Quel ramo del Lago di Como

Riordinando la camera nel tentativo di dare agli oggetti una giusta collocazione, spesso ci si ritrova a spolverare vecchi libri.
Alcuni hanno la copertina strappata, le pagine ingiallite e gonfie di appunti e sottolineature.
Consideri l'eventualità che possano trattarsi di libri che maestre e professori facevano leggere a scuola...

Guardi il titolo di uno in particolare: i Promessi sposi


Ridi allora di gusto al sol pensiero delle migliaia e migliaia di studenti vessati da quest'opera letteraria.

Manzoni l'odiavano tutti.
Purtroppo da piccoli gli obblighi pesano come macigni, è da adulti che si imparano ad apprezzare le genialità artistiche.

Così, mettendo una giornata bellissima di primavera, con un cielo azzurro e un caldo quasi estivo, optiamo per una gita "soft" in termini di distanza, ma dalla sfacchinata assicurata. Obiettivo: ripercorrere in bicicletta i luoghi che hanno ispirato l'immaginario manzoniano nel suo più celebre romanzo.


Con entusiasmo quindi raggiungiamo Lecco, scegliendo come punto di partenza del nostro tour Villa Manzoni.

Oltre l'accoglienza cordiale, godiamo dei privilegi di essere gli unici visitatori... eppure l'atmosfera ha un nonsochè di malinconico.
Le ristrutturazioni avvenute nelle dieci sale che compongono il museo, ci lasciano pensierosi, ma non delusi, perchè in fondo quelle stanze le ha pur sempre vissute il grande scrittore!
Hanno intrinseco il suo spirito e bastano i preziosi cimeli a ricordarcelo.
Completato il giro dell'abitato, le guide gentilissime ci forniscono mappe e indicazioni, dunque di buona lena ci dirigiamo verso il rione Pescarenico.
La strada risulta in lieve discesa e in men che non si dica lo raggiungiamo. 
Dall'epoca della descrizione del Manzoni, ben poco v'è di cambiato. Qualche casa abbellita e alcuni nuovi edifici danno un tono più moderno a questo lembo della vecchia Lecco, ma le stesse viuzze strettissime, le casette addossate l'una sull'altra con ballatoi esterni di legno e i brevi cortiletti, vi imprimono una speciale attrattiva.
Costeggiamo il fiume Adda in pace con la natura, ammirando le sue acque confluire nel lago e attraversiamo un parco frequentato da famiglie e bambini giocosi, e qui, alla mercé di tutti (l'unico aspetto che ci ha fatto storcere il naso), piantato nel terreno vi è un grande masso su cui una targa ricorda Lucia in fuga dal paese natio con i famosi versi dell' "Addio monti".
Restiamo positivamente scioccati dalla bellissima pista ciclabile che lungo l'Adda ci accompagna fino a Chiuso, borgata a circa 4 km di distanza. 
Gli strappetti sono davvero insignificanti, ma risentiamo del sole cocente che non smette di abbrustolirci la faccia. Ansimanti per il caldo, attraversiamo soltanto una strada battuta tenendo gli occhi ben aperti, poi quartieri tranquilli ci accolgono nel silenzio più totale.
Brevi strade in salita ci conducono alla famosa casa del Sarto, nell'omonima via, dimora dell'erudito che aiutò Lucia a scappare dalle grinfie del cattivone locale.
A Chiuso ricerchiamo anche la chiesa del Beato Serafino. E' a quasi un km di cammino e l'unico accesso è una stradina in discesa disseminata di gradini e san pietrini.
Lasciamo in cima la bici, ma quello che si para di fronte è un trionfo che subito ripaga: una chiesa romanica, dalla tipica struttura e facciata a capanna.
Piccola, raccolta, ma dall'immenso significato.
La chiesa del Beato Serafino, infatti, è luogo simbolo della conversione dell'Innominato.
Ritornando sulla pista ciclabile scattiamo una miriade di foto a pescatori improvvisati e aironi, mentre rientriamo a Pescarenico. Con più lentezza convergiamo in Piazza Fra' Cristoforo, ove vi sorge l'ex convento di cappuccini e la chiesa a lui dedicata dall'autore.
Bisogna prestare molta attenzione a ciò che si trova di fronte la Chiesa, perchè "nascosta" a mo' di nicchia, appare dal nulla una finestrella stracolma di teschi. Giuriamo di non averla notata prima, forse perchè di fatto non riguarda i Promessi Sposi, ma in un certo qual modo fa pensare a tutti quei morti di peste all'epoca dei Lanzichenecchi, epidemie a cui il romanzo fa riferimento. 
Sebbene il dettaglio sia abbastanza macabro, troviamo il coraggio di tornare a Villa Manzoni ed imboccare la strada opposta per trasferirci nei rioni alti della città: Olate ed Acquate.

Sono sufficienti pochi metri per rendersi conto di come cambi il paesaggio. I negozi del centro pian piano spariscono e come successo per Pescarenico si percorrono viette dissestate tipiche dei paesini collinari. 

Paradossalmente credevamo fosse maggiormente complicato andare a Chiuso, invece è proprio in questi quartieri che fatichiamo di più. Strade in salita e provinciali (ovviamente) trafficate sono dei pericoli costanti e spesso a Mina tocca scendere dalla bici per optare su una più sicura camminata sui marciapiedi.

Fortuna vuole che ad Olate le principali attrazioni sono concentrate in un'unica strada: via Caldone.
Collocata al civico 21 c'è la presunta Casa di Lucia, identificata dalla gran parte degli studiosi di topografia manzoniana, seguendo soprattutto il romanzo edito, come “la casa sulla via principale che porta alla chiesa”. Infatti, a circa 50 metri, ecco la chiesa di Don Abbondio.
«Venne la dispensa, venne l’assolutoria, venne quel benedetto giorno: i due promessi andarono, con sicurezza trionfale, proprio a quella chiesa, dove, proprio per bocca di don Abbondio, furono sposi» 
cap. 38

Ad Acquate, invece, distante si e no un altro km, l'intero rione ha a che fare con i Promessi sposi, in quanto ogni via è intitola ad un personaggio, ma sono 3 i luoghi più significativi.

La tradizionale casa di Lucia, che oggi ospita un’antica osteria, Il Palazzotto di Don Rodrigo, anch'esso trasformato in sede del CONI e visitabile solo esteriormente, e poi...
una stradina pedonale un poco stretta e dall'aria sinistra.
E' il tabernacolo dei Bravi, i malvagi sgherri di Don Rodrigo.
«… tornava bel bello dalla passeggiata verso casa, sulla sera del giorno 7 novembre dell’anno 1628,  Don Abbondio… Il curato, voltata la stradetta, e dirizzando com’era solito, lo sguardo al tabernacolo, vide una cosa che non s’aspettava, e che non avrebbe voluto vedere.» 
cap 1
Gironzolando per le viottole dedicate a Renzo e donna Agnese, ci apprestiamo a lasciare Lecco in preda al solito magone... il tempo di un rapido saluto al grande scrittore e sgommiamo verso casa.

INFORMAZIONI PRATICHE

Villa Manzoniana:
• Aperta dal martedì alla domenica dalle 9:30 alle 17:30 • Chiusa il lunedì (tranne Lunedì dell’Angelo) e principali festività: Capodanno, Pasqua, 1° maggio, Ferragosto, Natale e Santo Stefano
• Ingresso: € 5,00 intero - € 3,00 ridotto (fino a 18 e oltre 65 anni, e per gruppi di oltre 8 persone) - ingresso gratuito fino ai 6 anni, e disabili + accompagnatore.
Il museo è accessibile alle carrozzine, ma non in tutte le sue parti. Presenti due gradini all'interno della casa, agevoli per carrozzine manuali, non per quelle elettriche. Impossibile visitare le cantine.

Chiesa di Fra' Cristoforo:

• Apertura della Chiesa: tutti i giorni dalle 7:00 alle 17:00 (fino alle 18:00 nel periodo estivo)
• Visita all’ex convento solo su prenotazione con guida turistica.

Chiesa di Don Abbondio:

• Aperta tutti i giorni dalle 8:00 alle 12:00 e dalle 15:30 alle 18:30

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