Alchimia a Staufen

Esistono villaggi al mondo che molte volte restano sconosciuti al turismo di massa. 
A volte perchè poco pubblicizzati, altre perchè "non c'è motivo per sprecarci del tempo".
In realtà, visitare un posto NON E' MAI una perdita di tempo e non è detto che un paese, per essere giudicato bello, debba intrattenere tutta la giornata. Si può benissimo stare lì per mezza giornata o per riposare un paio d'ore, ma intanto godersi i dettagli e quelle chicche particolari che rendono il luogo unico e interessante. 

E' il caso di Staufen im Breisgau, centro di modeste dimensioni alle porte di Friburgo.
Situato ai piedi della Foresta Nera è incastonato tra due aree naturalistiche: il bassopiano del Reno con la sua zona premontana e le vaste distese di vitigni e per l'appunto la foresta. 

Una comoda caratteristica di Staufen è che provenendo dalla strada provinciale non lo si adocchia subito, come invece succede per i suoi parcheggi, e solo attraversando dei ponticelli si raggiunge il centro storico.
Una nicchia medievale dagli edifici ben conservati, negozi variopinti, cantine dove assaporare del buon vino e sullo sfondo la collina sulla quale vi sono conservati i resti dello Schlossberg
Il castello risale probabilmente al XII sec. e per via della posizione strategica fu ambito da diversi popoli. 
Fino al 1602 appartenne ai signori di Staufen, ma dopo la morte degli ultimi discendenti gli svedesi lo conquistarono portandolo alla distruzione. 
Nel 1896, la città acquisì ciò che restava del castello e ancor oggi ne preserva le rovine dalla totale disintegrazione.
Girando nella pittoresca strada principale, una casa attrae l'attenzione dei passanti. Si tratta, in verità, di un hotel dalle facciate rosse e uno strano murale. 
Qui, nel 1539 vi dimorò e trovò la morte la celebrità più importante di Staufen: 
il Dott. Johann Georg Faust, noto alchimista e negromante. 
La storia a questo punto si intreccia con la leggenda non essendoci documenti certi riguardo la vita del dottore, quanto invece opere letterarie ispirate a questa fantomatica figura.
Si racconta che per le sue arti "magiche" fu assunto dall'indebitato castellano Anton von Staufen che gli chiese di creare oro mediante l'alchimia. Ed è molto probabile che fu durante uno di questi esperimenti che Faust morì in seguito ad un'esplosione nella sua stanza, mentre era in compagnia di Mefistofele, il diavolo che per quasi tutta la vita lo accompagnò esaudendogli ogni più deplorevole desiderio. 
Sulla facciata esterna della Gasthaus zum Lowen spicca l'affresco con tanto di epigrafe di questa vicenda. 

"Nell'anno 1539 il Dottor Faustus, magnifico negromante, risiedeva al Lowen di Staufen, ove moriva squallidamente, e corre voce che il diavolo supremo, Mefistofele, che egli aveva definito suo parente per tutta la vita, gli avesse rotto la nuca al termine del patto di 24 anni e avesse consegnato la sua povera anima alla dannazione eterna".


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