Il
fu Mattia Pascal è un romanzo scritto da Luigi Pirandello nel 1903.
TRAMA
Il
protagonista Mattia Pascal, vive a Miragno (immaginario paese ligure)
con la moglie e le loro due figlie a casa della suocera. Qui dopo la
perdita di entrambe le figlie e la mala gestione dell’eredità
paterna, Mattia si impoverisce ed anche la sua vita matrimoniale
diventa insopportabile, quindi lascia il suo impiego da bibliotecario
e decide di partire per Montecarlo per tentare di arricchirsi al
gioco. Le sue speranze vengono esaudite ed infatti vince alla
roulette, si mette in viaggio verso il paese natio per riscattarsi,
ma mentre è sul treno accadde l’ imprevedibile. Mattia legge sul
giornale la cronaca di un suicidio avvenuto proprio a Miragno e
scopre di esser stato identificato nel cadavere del povero
sventurato. Da questo momento cambia totalmente la sua vita.
Abbandona la sua identità e se ne crea una nuova, d’ora in poi si
chiamerà Adriano Meis. Quì incomincia a viaggiare finché si
stabilisce a Roma, prende in affitto una stanza dal signor Paleari,
ma poi si rende conto che non possiede né documenti, né un’
identità riconosciuta. Quindi si accorge di non poter far molto e
soprattutto con queste problematiche non può sposare Adriana, la
donna di cui si è innamorato, figlia del padrone di casa.
Frustrato
da questa condizione decide allora di abbandonare la sua seconda
identità inscenando un suicidio per riprendersi il suo nome
originario e ritornare al suo vecchio paese.
Tornato
a Miragno trova una situazione diversa da quella che aveva lasciato.
La moglie si è risposata ed ha avuto una bambina con un amico di
vecchia data.
Mattia
a questo punto si isola definitivamente, si estranea dal resto del
mondo e ricomincia a lavorare come bibliotecario, l’unica sua
distrazione è la visita saltuaria alla propria tomba.
COMMENTO
PERSONALE
Penso
che questo libro rispecchia molto la realtà. Credo che in molti
vorrebbero poter cambiare la loro vita e la loro identità, e fuggire
dai problemi o da quei rapporti soffocanti e falsi. Magari ci si può
pure riuscire, con un bel colpo di fortuna. Ma dopo che ci si è
allontanati, ed inventato un nuovo nome e un’altra esistenza
solamente teorica e non sulla carta, ci si accorge che la libertà
agognata non è nient’altro che un’illusione. Per la legge non si
è nessuno, altrettanto per la vita. Solo per la morte si è vivi e
questo rende ogni situazione grottesca.
Personalmente
, infatti, ho apprezzato molto i momenti di riflessione del
protagonista che Pirandello ha caratterizzato con parecchio senso
dell’ironia.
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