Seguendo il pifferaio magico


"C'era una volta la città di Hamelin in Germania. Era una città molto graziosa, ma aveva due grossi difetti: i suoi cittadini erano molto avari e le sue cantine piene di topi..."

Tutti dovrebbero conoscere l'incipit di questa famosa fiaba dei fratelli Grimm, il Pifferaio magico, in cui si racconta di un ometto dall'aria frizzante che venne assunto, sotto compenso, dagli abitanti di Hamelin affinchè li aiutasse a scacciare i topi, semplicemente suonando il suo flauto.
Ma quando capì che nessuno aveva l'intenzione di pagare con le 1000 monete d'oro pattuite, intonò una nuova melodia, facendosi stavolta seguire dai bambini...
La fiaba prende spunto da una leggenda che sembra abbia un fondo di verità.

Dall'archivio dei registri comunali, infatti, si evince una storia pazzesca e per certi versi tragica ricordata con queste parole: Nell'anno di Nostro Signore 1284 ad Hameln, 130 bambini scomparvero per mano di un pifferaio, nel luogo chiamato Calvario.
Probabile che, nel contesto idealizzato, la figura del pifferaio abbia sostituito quella più plausibile di un attacco di peste che fece morire centinaia di bambini, oppure che gli infanti siano stati convinti a partire per una crociata e fondare nuove città, specie nell'est Europa.

Come la fiaba del pifferaio (e molte altre partorite dalla penna dei due geniali fratelli) è tratta da un fatto di cronaca reale, anche il villaggio esiste davvero. Hameln, le cui mura sono accarezzate dalle rive del fiume Weser, sorge vicino ad Hannover, ed è la seconda tappa dall'alto della Strada delle fiabe.

Parcheggiata l'auto si comincia ad esplorare il paese dalla sponda orientale del fiume Weser, dall'Altstad, la parte vecchia, ove ogni angolo è paragonabile alle pagine del libro dei Grimm; sorprendente ed emozionante.

Per quanto il villaggio possa essere piccino, fidatevi, che nasconde parecchie chicche e non c'è rischio di perdersene nemmeno una, infatti, basta seguire sul selciato le icone dei piccoli topini bianchi, e lasciarsi guidare da loro.
Lungo il centro pedonale si concentra il grosso delle meraviglie. A partire dalle case del '600 che sono una più deliziosa dell'altra, tutte variopinte e con qualche dettaglio che le rende uniche; una guglia, una statuina grottesca, un carillon o una finestra dalla forma strana. 
E ben 3 edifici di notevole interesse. Il palazzo rinascimentale adorno di 39 campanelle, chiamato "la casa degli sposi" fin dai secoli medievali, la Leisthause, una casa anseatica adibita a museo e la Chiesa di San Nicola dal tipico campanile in rame. 
In tutto questo fantastico quadretto d'arte, però, è sempre l'immagine del pifferaio a far da padrone. Grazie a sculture bronzee, affreschi, e manichini, io e Mina ci divertiamo a cercarlo in tutte le sue più fervide rappresentazioni, andando alla scoperta di una Hameln sconosciuta, tra parchi e piazze laterali meno battute dai turisti. 

Qui raccomandiamo ovunque di tenere gli occhi ben aperti perchè potrebbe capitare di imbattersi in un autentico pifferaio in carne ed ossa! 
Non c'è alcun dubbio che si tratti di lui, anche se in realtà viene impersonato da attori che, ogni mercoledi e domenica sfilano per le vie del villaggio, dopo aver celebrato la fiaba sul palcoscenico della piazza principale.   
"Il pifferaio continuò a suonare in strada e nugoli di topi lo seguirono squittendo felici.
Finalmente quando tutti i topi della città furono riuniti dietro a lui, il suonatore si avviò verso il fiume e le bestiole dietro, sempre più affascinate dalla musica magica. Il pifferaio entrò ad un tratto nell'acqua e quelli ancora dietro; avanzò ancora finché fu immerso fino al collo e i topi lo seguirono incantati e fiduciosi.
Egli allora si fermò in mezzo alla corrente e seguitò a suonare e i topi per un po' nuotarono e poi, siccome da lui non potevano allontanarsi finirono per annegare tutti.
Il sindaco si affacciò al balconcino del municipio e chiese ai concittadini quel che doveva fare e tutti furono d'accordo con lui, avaracci che erano non diedero una sola moneta d'oro al Pifferaio.
Il Pifferaio uscì in strada ed eseguì una scala col flauto soffiando a tutte gote poi, aiutandosi con le agili dita, emise dolcissimi suoni.
Tosto si videro teste di bimbi guardare giù dalle finestre, volgersi verso il pifferaio, poi un ragazzino uscì dalla casa e guardò con entusiasmo l'uomo che suonava.
A lui si unirono due, tre compagni e tutti guardavano come affascinati il suonatore.
E questi non smise di suonare, anzi la sua musica diventò più dolce e persuasiva e nella mente dei bambini faceva nascere visioni di città tutte balocchi, di città tutte dolci, senza scuole, senza adulti che volevano comandare ad ogni ora del giorno.
Giunsero così a metà montagna; al suono del piffero questa si aprì e tutti, pifferaio in testa, entrarono nella fenditura che si richiuse ermeticamente dietro l'ultimo della fila".

Estremamente toccante la scena finale dell'opera, e ci siamo immedesimati anche noi negli sguardi angosciati delle persone che han perso i propri figli, ad eccezione di una ragazzina...che imbronciata non è riuscita a seguire il pifferaio perchè sorda...
A prova che gli abitanti di Hameln ad oggi non sappiano giudicare l'operato del Pifferaio, se amarlo o disprezzarlo, sono davvero tanti i topi che ancora scorrazzano liberi per le vie...
addirittura dentro i negozi!! Non per sporcizia, sia ben inteso, ma come invenzione per forme di biscotti e caramelle, per il nome dato ad un tipo di fonduta e per il "Ratten killer", un veleno che altro non è che un liquore ad alta gradazione.
Qualcuno avrà il coraggio di richiamare un nuovo Pifferaio?



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