Cappuccetto rosso o il lupo e i 7 capretti; chi è passato da Schwalmstadt?

La località più bizzarra lungo i 664 km che compongono la "Strada delle Fiabe" si trova nella verdeggiante regione del Bergland, e stiamo parlando di Schwalmstadt.
Perchè bizzarra? Perchè su questa piccola cittadina, allocata tra i boschi e il fiume Schwalm nel cuore della Germania, non esistono molte informazioni, se non che è una delle tappe che rievocano le storie dei fratelli Grimm.

Approdiamo qui, purtroppo, solo dopo il tramonto con non molte ore di luce a disposizione per girarlo come si deve, però quel poco che siamo riusciti ad esplorare ci ha pienamente soddisfatti, e persino permesso di criticare quelle poche e sommarie notizie sparse qua e là nel mondo del web.

Il filo conduttore che lega i boschi circostanti alla città è Cappuccetto Rosso.
E siccome della dolce bambina che per portare focaccine alla nonna si perde nel bosco dove l'attendeva il famelico lupo, sono pieni i nostri ricordi d'infanzia, volevamo scovare qualche statua o cimelio commemorativo.
Invece, parcheggiando poco fuori Paradeplatz ci stupisce l'irreale silenzio e il poco movimento che un centro dovrebbe avere in una calda serata estiva e allora una gentile signora ci spiega che Schwalmstadt è diventata città solo dal 1970, in seguito alla fusione di due frazioni, Ziegenhein e Treysa e che in quel momento noi ci trovavamo a Ziegenhein, il quartiere meno frequentato.

Qui presente, proprio in Paradeplatz, solo il Museum der Schwalm che raccoglie rievocazioni storiche attraverso la frase di rito: "Es war einmal ein Kleines Madchen, Die groBmutter schenkten ihm ein Kappchen von rotem Samt..." (C'era una volta una bambina. La nonna le diede un cappuccetto rosso di velluto...) e al suo interno vi sono esposizioni di questo caratteristico copricapo locale.

Con una camminata di 3 km si raggiunge il secondo quartiere, Treysa, decisamente più vivibile e pittoresco. Le immancabili case a graticcio fanno da cornice a graziose piazze e vicoletti dove non mancano ristoranti e pizzerie all'italiana.

Girovaghiamo nella speranza di trovare un'altra prova della presenza di Cappuccetto Rosso, ma ironia della sorte non c'è nulla. Che ci sia sfuggita? nulla di più probabile.
Senza avere un cartina alla mano, ne alcun punto di riferimento è possibile che abbiam saltato qualche viuzza.
Accediamo ad internet nella sala del ristorante scelto per la nostra tardiva cena e sorridiamo nel constatare che circolano delle foto di una statua significativa, ma sono semplicemente illustrazioni tratte da siti stranieri. Nessuno di chi dice di esserci stato ha mai caricato una foto reale della statua!.
Perplessi e divertiti confabuliamo con il proprietario italiano del locale, il quale parlando in tedesco con gli altri ospiti, ci da un'indicazione per ammirare "qualcosa" nel paese... ma senza avere la certezza che si tratti di Cappuccetto Rosso..

Percorriamo l'intero centro storico fino a spingerci alla più periferica Bahnhofstrasse, eppure dell'ingenua bambina non vi è traccia.
Una statua comunque c'è: e rappresenta un grande lupo, disteso supino e dolorante dal cui ventre fuoriescono dei capretti. 
Come un fulmine a ciel sereno ci vien in mente un'altra fiaba dei fratelli Grimm intitolata: il lupo e i sette caprettini e ci guardiamo stupiti.
Il paese designato per ricordare tale fiaba non era mica Wolfhagen?...

In barba ai costi facciamo una rapidissima ricerca on line che ci risolve il dubbio e leggiamo:
"in mezzo alla piazza principale di Wolfhagen, una fontana con tanto di lupo appoggiato e un capretto..."

A voler essere pignoli, un capretto ed un lupo in posa "umana" non rievoca molto la trama della vera fiaba mentre la statua che stavamo fotografando in quell'istante.... sicuramente si!

Basta solo che vi raccontiamo l'intera storia che forse converrete con noi.

C'era una volta una vecchia capra, che aveva sette caprettini, e li amava come una mamma ama i suoi bimbi. Un giorno pensò di andare nel bosco a far provviste per il desinare; li chiamò tutti e sette e disse: "Cari piccini, voglio andar nel bosco; guardatevi dal lupo; se viene, vi mangia tutti in un boccone. Quel furfante spesso si traveste, ma lo riconoscerete subito dalla voce rauca e dalle zampe nere." I caprettini dissero: "Cara mamma, staremo ben attenti, potete andar tranquilla." La vecchia belò e si avviò fiduciosa.
Poco dopo, qualcuno bussò alla porta, gridando: "Aprite, cari piccini; c'è qui la vostra mamma, che vi ha portato un regalo per ciascuno." Ma, dalla voce rauca, i caprettini capirono che era il lupo. "Non apriamo," dissero, "non sei la nostra mamma; la mamma ha una vocina dolce, la tua è rauca; tu sei il lupo." Allora il lupo andò da un bottegaio e comprò un grosso pezzo di creta; lo mangiò e così s'addolci la voce. Poi tornò, bussò alla porta e gridò: "Aprite, cari piccini, c'è la vostra mamma, che vi ha portato un regalo per ciascuno." Ma aveva appoggiato alla finestra la sua zampa nera; i piccini la videro e gridarono: "Non apriamo; la nostra mamma non ha le zampe nere come te: tu sei il lupo." Allora il lupo corse da un fornaio e gli disse: "Mi son fatto male al piede, spalmaci sopra un po' di pasta." E quando il fornaio gli ebbe spalmato la zampa, corse dal mugnaio e gli disse: "Spargimi sulla zampa un po' di farina bianca." Il mugnaio pensò: Il lupo vuole ingannare qualcuno, e rifiutò; ma il lupo disse: "Se non lo fai, ti mangio." Allora il mugnaio ebbe paura e gli imbiancò la zampa. Già, così fanno gli uomini.
Ora il briccone andò per la terza volta all'uscio, bussò e disse: "Apritemi, piccini; la vostra cara mammina è tornata dal bosco e vi ha portato un regalo per ciascuno." I caprettini gridarono: "Prima facci vedere la zampa, perché sappiamo se tu sei la nostra cara mammina." Allora il lupo mise la zampa sulla finestra, e quando essi videro che era bianca credettero tutto vero quel che diceva e aprirono la porta. Ma fu il lupo a entrare. I capretti si spaventarono e cercarono di nascondersi. Il primo saltò sotto il tavolo, il secondo nel letto, il terzo nella stufa, il quarto in cucina, il quinto nell'armadio, il sesto sotto l'acquaio, il settimo nella cassa dell'orologio a pendolo. Ma il lupo li trovò tutti e non fece complimenti: li ingoiò l'un dopo l'altro; ma l'ultimo, dentro la cassa dell'orologio, non lo trovò. Quando si fu cavata la voglia, il lupo se ne andò, si sdraiò sotto un albero sul verde prato e si mise a dormire.
Poco dopo la vecchia capra tornò dal bosco. Ah, cosa le toccò vedere! La porta di casa era spalancata, tavola sedie e panche erano rovesciate, l'acquaio era in pezzi, coperta e cuscini strappati dal letto. Cercò i suoi piccoli, ma non riuscì a trovarli da nessuna parte. Li chiamò per nome, l'un dopo l'altro, ma nessuno rispose. Finalmente, quando chiamò il più piccolo, una vocina gridò: "Cara mamma, sono nascosto nella cassa dell'orologio." Lo tirò fuori ed egli le raccontò che era venuto il lupo e aveva divorato tutti gli altri. Pensate come pianse per i suoi poveri piccini!
Alla fine uscì tutt'afflitta e il caprettino più piccolo corse fuori con lei. Quando arrivò nel prato, ecco il lupo sdraiato sotto l'albero, e russava tanto da far tremare i rami. L'osservò da tutte le parti e notò che nella pancia rigonfia qualcosa si moveva e si dimenava. "Ah, Dio mio," pensò, "che siano ancor vivi i miei poveri piccini, che il lupo ha divorato per cena?" Disse al capretto di correre a casa e di prendere forbici, ago e filo. Poi tagliò la pancia del mostro; e al primo taglio, un capretto mise fuori la testa, poi, via via che tagliava, saltaron fuori tutti e sei ed erano tutti vivi e stavano benone; perché il mostro per ingordigia li aveva ingoiati interi. Che gioia fu quella! Si strinsero alla loro cara mamma e saltellavano contenti come pasque. Ma la vecchia disse: "Andate, ora; e cercate delle pietre da riempir la pancia a questo dannato prima che si desti." Allora i sette caprettini trascinarono in gran fretta le pietre e ne cacciarono in quella pancia quante ne poterono portare. Poi la vecchia la ricucì in un baleno, sicché il lupo non se ne accorse e non si mosse neppure.
Finalmente, quando ebbe fatto una bella dormita, il lupo si alzò, e perché le pietre nello stomaco gli davano una gran sete, volle andare a una fontana. 


E quando arrivò e si chinò sull'acqua per bere, il peso delle pietre lo tirò giù, e gli toccò miseramente affogare. A quella vista i sette capretti vennero di corsa, gridando: "Il lupo è morto! il lupo è morto!" E con la loro mamma ballarono di gioia intorno alla fontana. 

Contenti di aver fatto una scoperta incredibile ed inaspettata, acceleriamo il passo per finire il tour di Schwalmstadt e ci imbattiamo una magnifica chiesa, può darsi sconsacrata, senza tetto che ci ricorda l'italianissima Abbazia di San Galgano.
La Totenkirche o Chiesa dei Morti risulta essere l'emblema ufficiale di Treysa. Fondata nel tardo XII secolo, nel periodo di transizione dallo stile romanico al gotico è rimasta fino al XVI secolo basilica ufficiale del comune di Treysa dedicata a San Martino
Dal 1610 la Chiesa subì un progressivo decadimento e un fulmine devastò il tetto. Non avendo fondi per ristrutturarla fu abbandonata a sè stessa, e utilizzata soltanto per la celebrazione dei funerali. 
Lasciata alle spalle la superstite torre campanaria dell'ex basilica ripercorriamo i km che ci seperano dalla nostra macchina, e sotto il cielo notturno ci lanciamo a capo fitto verso una nuova avventura...

-----> Cliccate qui per vedere tutte le foto di Schwalmstadt 

Commenti

  1. Ho appena concluso il mio viaggio sulla "Strada delle fiabe" e il vostro post mi è stato veramente d'aiuto. Ci tenevo a dirvi che poco dopo la statua del "Lupo e i sette capretti" abbiamo trovato la tanto cercata "Cappuccetto Rosso"! È una statua della bimba che indossa il caratteristico copricapo, ci terrei a postarvela ma mo è impossibile inserirla nel commento!

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    1. Ciao, perdona, ma dall'anonimato ci risulta difficile capire chi sei, mentre ci terremo a contattarti, magari su instagram per chiacchierare un po'. Ti ringraziamo intanto per la tua graditissima testimonianza...di sicuro ci ritorneremo!!!

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    2. Mi chiamo Elisa, se mi date un riferimento inizio a seguirvi. Anche a me farebbe piacere scambiare due chiacchiere!

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    3. Purtroppo i Viandanti Magici hanno smesso di esistere...resta il blog per la regola del "non si sa mai", un domani, ma non lo aggiorniamo più. Cercami pure su instagram al nome zorlo5 🙂 a presto!

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