E alla fine si arriva a Vaduz

Era da tanto tempo che volevamo visitare il piccolo Principato, così da poter aggiungere uno Stato in più nell'elenco dei nostri viaggi, ma sebbene fosse una meta tutt'altro che irraggiungibile, non ce la siamo mai sentita di "sprecare" un intero weekend spendendo tempo e denaro.
Dunque, un tranquillo martedi estivo, abbiamo colto l'occasione dell'escursione a Maienfeld per inserire nel nostro tour anche il Liechtenstein, giusto per levarci lo sfizio.
Fermiamo l'auto in un parcheggio a noi riservato proprio in mezzo al paese, e scopriamo che il centro di Vaduz è tutto lì.

La Stadtle, la strada principale, è un lungo corso dove ammirare le poche cose che la capitale del Liechtenstein ha da offrire. Banche, un'accademia musicale, l'elegante sede del Governo, il Municipio e tanti locali e negozietti di souvenir.

Pare che Vaduz sia il paese dei balocchi per i collezionisti di francobolli. Se ne trovano di tutti i tipi e di tutte le epoche.
Sparse qua e là fanno capolino delle statue che nulla hanno a che vedere con lo stile di Vaduz, ma ugualmente sembrano darle un tocco altezzoso, e di contro ai giudizi negativi degli altri visitatori rilasciati su vari siti, noi le abbiamo trovate...pittoresche!
La splendida giornata di sole ha fatto sì che il campanile affusolato della neogotica chiesa cittadina, la cattedrale di St. Florin, risplendesse col suo orologio azzurro e rosso.
Percorriamo il perimetro dell'edificio ed osserviamo il giardino ben curato con la cripta dei Principi e ci colpisce il gargoyle posto in basso, staccato dai suoi simili ubicati invece sul campanile, ad un'altezza tale che per essere fotografati degnamente bisogna amplificare lo zoom sulla propria digitale.
Quando entriamo nella cattedrale siamo gli unici turisti, e se non fosse per un gruppo di bambini intenti a seguire una lezione di catechismo, il silenzio regnerebbe incontrastato.
Ci lasciamo incantare dai colori intensi delle vetrate e dalle trame ornamentali del rosone, che per assurdo conferiscono maggior sacralità al luogo. Un misticismo che non t'aspetti in una città incentrata sul denaro e il benessere materiale.

Avendo perlustrato il corso in lungo e in largo decidiamo di salire al Vaduz Schloss; il castello del Principe del Liechtenstein.
Erroneamente non scegliamo il percorso da "fare in macchina", ma intraprendiamo una ripida salita a piedi, a fianco della collina, pensando fosse una valida e più caratteristica alternativa.
E' vero. E' spettacolare, ma impossibile da affrontare in carrozzina!
Davanti a noi si stagliano fitti sentieri boscosi, acquitrini e tornanti.
Fortuna che ad ogni spiazzo c'è una panchina per riprendere fiato e cartelli illustrativi di carattere storico e politico per scoprire qualcosa in più sulla minuscola capitale.
Dall'alto è possibile ammirare il paesaggio sottostante e la cornice delle Alpi, oltre una limpidissima cascata che scopriamo partire da quel punto esatto fin giù a valle.

Appena arriviamo al castello tiriamo un sospiro di sollievo e l'euforia è al top, un'altra meta è stata raggiunta! 
...Essendo dimora abitativa del Principe, il castello non è visitabile, ma è bellissimo saperlo "vivo" e ogni persona che varca il cancello sotto i nostri occhi potrebbe rivelarsi una dei reali!
Dopo le foto di rito (e ci mancherebbe con tutta la fatica che abbiamo fatto), scendiamo piano piano seguendo il tracciato delle macchine, ovvero la strada asfaltata.
Molto più agevole e veloce, forse non ci regala le stesse meraviglie del bosco di montagna, ma non ci fa mai distogliere lo sguardo dal castello che lo vediamo lentamente rimpicciolirsi.

Durante la nostra discesa incontriamo giovani intenti ad allenarsi col trekking e sfoderando i loro migliori sorrisi ci salutano a prescindere.
La cordialità di questi popoli regala sensazioni di assoluto benessere e non ci stanca mai dell'educazione.
Penso che noi italiani abbiamo tanto da imparare, e sinceramente (in Italia) in tanti posti visitati, nessuno c'ha mai salutati a priori e pochissimi c'hanno offerto il loro aiuto...

Tant'è; all'imbrunire, gli ormai deboli raggi solari colorano d'una tinta rosata le pareti del castello, le luci si accendono e vien spontaneo intravedere sagome dietro le finestre.
Ci sediamo al tavolo di un bar, con la sola voglia di brindare alla giornata e ordiniamo una birra locale lasciando decidere alla cameriera.
Accorgendoci dell' errore e rassegnati a pagare uno sproposito, la vediamo portarci un bicchierone di birra, piacevolmente speziata.
Non conoscevamo il suo nome, né sapevamo da quali ingredienti fosse composta, ma per noi, in quel momento, era la birra più buona del mondo.
VADUZ IN PILLOLE
- periodo migliore: tutto l'anno
- durata media: mezza giornata
- difficoltà: 2/5
- accessibilità: una città tranquilla a misura d'uomo 

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