La Bellinzona dei castelli

Quando le giornate primaverili cominciano ad allungarsi e il sole regala gradevoli temperature, è un piacere riempire lo zainetto e fare la prima escursione, specialmente se l'occasione arriva dopo un lungo periodo di calma. 
A meno di 100 km da Milano sorge uno dei centri medievali meglio conservati dell'intero arco alpino, in grado di realizzare i sogni di qualunque appassionato di storia, epica e ovviamente natura; parliamo di Bellinzona, che con i suoi tre castelli arroccati sulle colline circostanti, offre uno scenario "inusuale" rispetto alla tipicità elvetica, dichiarato Patrimonio dell'umanità dall'Unesco. 
Un disabile se vuole esplorare Bellinzona dev'essere preparato sui nomi delle vie e sui vari punti di interesse perchè non è facile da girare a piedi, e soprattutto faticoso per l'accompagnatore che gli dovrà spingere la carrozzina. 

Il parcheggio più comodo e di poco fuori il centro pedonale si trova in via Salvioni, a ridosso del fiume Ticino e di una rilassante passeggiata in riva al fiume da lasciare alla fine, cosi da scaricare tensioni fisiche e godersi gli ultimi scampoli della giornata.
Si comincia in sordina imboccando la strada che in poco meno di un km conduce al Castelgrande, primo castello della città. 
La via è lievemente in salita, nulla di trascendentale, e a poco a poco regala scorci di un panorama mozzafiato con una splendida vista sugli altri due castelli. Ci sorprende un invitante profumino che segnala la presenza di un ristorante proprio nel cortile di Castelgrande, ma ad impressionare sono le sue lunga mura che molto ricordano la muraglia cinese, tutte percorribili ed ottime per ammirare il paesaggio mentre si sosta a mo' di area pic-nic. 
Castelgrande, il cui nome deriva dal latino Castrum Magnum, risale al XIV sec. ma fu eretto su una fortificazione già esistente e, molto probabilmente, datato intorno al VI sec. 
Tra le due torri, la "Torre Bianca" e la "Torre Nera", c'è un metro in altezza di differenza, perfettamente conservate e scenograficamente bellissime. 
Percorriamo a ritroso la salita Castelgrande in compagnia di tanti buffi gattini e raggiungiamo il Viale della Stazione, la strada principale del centro. Non badiamo alle boutique, quanto alla perfezione dell'asfalto stradale, senza nemmeno una buca e livellato a dovere. Il nostro obiettivo è visitare tutti i castelli, per tanto, giunti alla fine del viale, svoltiamo in via Daro. 
Da qui è un susseguirsi di stradine di "montagna", ma sempre impeccabili, percorribili anche in auto soprattutto da chi abita nelle piccole frazioni, e in ordine si tocca via Pian Lorenzo e via Artore fino a che.... appare alla nostra vista il più bel castello di Bellinzona; il Castello di Montebello. 
Questo lo possiamo identificare come la roccaforte medievale per eccellenza. Non manca assolutamente nulla: dal ponte levatoio, ai cortili acciottolati e le torri merlate. 
Il nucleo centrale, risalente al XII sec è rimasto integro, e con esso parte delle mura interne ed esterne, leggermente sopraelevate per scorgere i tetti delle case dirimpetto a Castelgrande.  
Ci fermiamo a scattare un sacco di fotografie, alcune di rito, altre alla magnificenza del posto, dal basso e dall'alto delle scale sulle mura. 
Qui Mina, però, inizia a presentare i primi sintomi d'affaticamento. E' vero che il percorso è immacolato, ma rispetto al primo è in notevole pendenza e se si deve spingere una carrozzina...la differenza si sente!
Con uno sforzo non indifferente Mina continua a portarmi su, lungo via Artore, per approdare al terzo castello: Sasso Corbaro.
Dei tre è indubbiamente il castello meno appariscente, però più ostico, questo perchè doveva chiudere le valli di Bellinzona e fungere da ultimo baluardo in caso d'assalto dei nemici.
Da quassù lo sguardo si perde nell'infinito, ma noi, troppo sfiniti per entrare, ci siam lasciati cadere su grossi massi a sbocconcellare merendine rifocillanti mentre due cagnoloni giocavano a sguazzare in una profonda pozzanghera. 
Dopo una mezzora di riposo decidiamo di scendere dalla stessa strada, naturalmente procedendo a passo più spedito e ritorniamo esattamente in Viale Stazione. 
Il cuore pulsante di Bellinzona si concentra in 2 lunghe vie parallele, piene zeppe di bar-ristoranti e negozi chic, oltre che alla seriosa "piazza della foca" e alla più vivace ed ampia piazza Collegiata, dove ogni sabato si tiene il caratteristico mercatino all'ombra della torre dell'orologio e la Chiesa rinascimentale devota ai Santi Pietro, Paolo e Stefano.
Una cosa che stupisce di Bellinzona è la civiltà della gente, nonostante disti appena 70 km dal confine italico. Magari siamo stati fortunati noi, non lo sappiamo, ma sulle strisce pedonali, sui marciapiedi, nei baracchini, tutti rispettano le regole e mostrano una spiccata sensibilità ed educazione che spesso noi italiani non abbiamo o nascondiamo fin troppo bene..
Un scrittore inglese descrisse Bellinzona nominandola una delle più pittoresche città della Svizzera, incoronata da tre fortezze erette su rocce isolate e dalle nobili forme, ma con edifici dal tipico stile italiano.....
Le case, forse, sono fatte con lo stesso stampo... le persone purtroppo no, e sarebbe un bene se noi italiani imparassimo qualcosa dagli svizzeri.

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Commenti

  1. Ho avuto anche io la stessa sensazione di ordine ed educazione in Svizzera, cose che in Italia sembriamo, spesso, dimenticarci! Comunque grazie per il vostro racconto, Bellinzona mi ispira un sacco, questa primavera cercherò di organizzare una gita!

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    1. Ogni 2x3 siamo a Bellinzona, vuoi per la vicinanza vuoi perché si può girare a piedi, in bici, come più si desidera! E poi compriamo un'acqua della Evian dai gusti più strani che troviamo lì e ci fa impazzire!! In Svizzera salutano tutti, mentre nel vicino liechLiechten sono tutti sorridenti!

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