Il campanile fluttuante del Resia

Lasciamo il B&B del Tirolo di buon mattino e partiamo in direzione Curon Venosta.
I nostri occhi scrutano vigili le magnifiche montagnette ricche di campanili e castelli di cui ignoravamo persino l'esistenza, sorprendendoci ad ogni tornante nel vedere cosi tanti borghi pittoreschi stagliarsi nell'azzurro limpido del cielo e il verde smeraldo dell'omonima valle.

Di lì a poco ci accorgiamo d'aver attraversato agevolmente il Passo Resia e d'essere finalmente approdati lungo il lago artificiale a quasi 1700 m d'altezza.

Facciamo ballare lo sguardo a destra a manca per vedere chi dei due sarebbe riuscito ad avvistarlo prima, ma niente...e poi...d'improvviso ecco che appare alto e fiero ciò che stavamo cercando: Il campanile sommerso della vecchia chiesa di Curon Venosta.
Al primo spiazzo disponibile parcheggiamo l'auto. Pochi turisti, poche comitive intorno a noi. Meglio cosi, anche se ci assale lo stesso senso di solitudine che immaginiamo provi anche quel campanile.
Solo in mezzo al nulla, fiero, forse triste, ma indubbiamente con un nonsoché di magico.
Per capire cosa l'abbia portato ad essere un "faro" in mezzo al lago, unica sentinella di confine tra le profondità dell'acqua e la vastità del cielo, senza alcun lembo di terra intorno, è necessario che si conosca brevemente la sua storia.
l'intera vicenda prende corpo nel 1949, proprio dalla creazione del lago di Resia. In entrambe le località di Resia e Curon doveva essere costruita una diga in grado di controllare il livello il bacino artificiale, ma per farla bisognava radere al suolo i villaggi. Gli abitanti, attoniti e spaventati, e per nulla contenti di evacuare le proprie case, pare si siano rivolti addirittura al Papa al fine di scongiurare la realizzazione dell'opera.
Ma l'inutilità del gesto fece si che i paesi vennero spostati più a monte, e ciò che restava delle parti vecchie, lasciate affondare nelle acque.
Vennero sommersi edifici, chiese, e 500 ettari di terreno coltivato, insomma tutto tranne che il vecchio campanile della chiesa di Curon, il quale si pretese restasse parzialmente visibile a testimonianza di un passato altoatesino.
Al campanile galleggiante ci si può avvicinare, ma non lo si può toccare, se non in pieno inverno quando la superficie ghiaccia e si può camminare sopra prestando attenzione.
E' soltanto in queste giornate nebbiose e dalle temperature rigide che una leggenda narra si possa ancora sentire il dolce suono delle campane...sebbene le campane non ci siano più.........

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