Sulle ali del drago: Klagenfurt

Qualche mese fa usciva una nostra riflessione intitolata Il viaggio oltre la meta, ve la ricordate?
In quel post chiarivamo diversi punti di vista, spiegavamo nel dettaglio il significato del nome "Viandanti Magici", ed illustravamo, inoltre, l'importanza di avere un drago come simbolo e modello di vita, in grado di comunicare privatamente con noi in tutti quegli attimi di solitudine e sconforto.
Il fatto che il nostro drago sappia meglio di noi cosa ci fa bene per la salute e l'umore, si è ripresentato da poco e, riaprendo le sue grandi ali, ci ha trasportato nuovamente in giro sorvolando l'Austria fino ai limiti, lasciandoci atterrare dolcemente nel capoluogo della Carinzia: Klagenfurt.

Il perchè abbia scelto questa modesta cittadina è da ricercarsi nello stemma locale, raffigurante anch'esso un drago, il Lindwurm,e allora ci ha fatto capire che non siamo gli unici a confidare in "lui", ma che tanti paesi han creduto alla sua esistenza in quanto figura mitologica, assumendo un ruolo di "cattivo" o "buono" a seconda delle leggende.
Quello di Klagenfurt non è per nulla del tipo che si tende a considerare santo, tutt'altro! infatti, si tramanda che l'animale vivesse immerso nelle acque torbide ai margini del centro abitato e amasse nutrirsi di mucche e giovani ragazze, fino a che degli uomini coraggiosi lo stanarono e lo uccisero astutamente.
Da allora, nella piazza più grande della città, fa capolino la statua dell'affamato drago; non fa più paura, ma di sicuro ancora impressione.

Noi non abbiamo clave, né lance e né spade, ma come cacciatori di bestie fantastiche lo assaliamo di foto, da ogni angolazione, tanto per sentirci partecipi dell'avventura eroica e contribuire al medesimo trionfo...
Ci muoviamo su e giù per tutta la Neue platz, furtivamente, consapevoli che Klagenfurt possa riservarci altre chicche, alcune classicheggianti ed altre più fantasiose.

Scivoliamo tra i vicoli, sotto arcate rinascimentali, impressionati dalla quantità di gente che una bella giornata di sole riesce ad invitare per una passeggiata e giungiamo ad incroci continui, dove si snodano strade più o meno ricche di negozi e boutique alla moda.
Nonostante tutta la modernità, ci giungono alle orecchie le note di alcune rilassanti canzoni di nostro gusto e notiamo all'angolo di una via, una band improvvisata di ragazzi darsi da fare con chitarre acustiche per racimolare qualche euro insieme. Ci scappa un sorriso, e senza polemica alcuna, li paragoniamo alle troppe persone che da noi, in Italia, sono costretti ad elemosinare. Sono in ogni dove, che difficilmente si può dire chi mente e chi davvero ha bisogno. Il motivo è che da noi tutto è concesso, e lo dimostra l'insistenza di certi elementi, senza che da parte delle autorità competenti ci siano controlli efficienti.
Suonano cosi bene i giovani, nella più completa discrezione, che vien spontaneo far del bene e donare loro un po' di gioia.
Complice anche la location, l'imbocco verso l'Alter platz, la piazza più antica di Klagenfurt, sotto la Colonna della Trinità, fatta costruire nel 1680 a ricordo della peste, ma trasformata nel 1683 in seguito alla vittoria contro i Turchi con l'aggiunta della mezzaluna e di una croce sulla cima.
Fa cosi caldo che ci concediamo una mezzoretta di relax ai tavoli variopinti di un bar all'aperto e ordiniamo da bere. Non ci capita spesso di prendercela cosi calma, ma un luogo va vissuto a fondo, assaggiando magari qualche prodotto tipico.
E' qui che abbiamo gustato il più buon Apfelschorle delle "lande tedesche".
L'apfelschorle è una bevanda analcoolica, molto diffusa in Germania ed Austria, composta al 55-60% da succo di mela e il restante da acqua gasata o soda.
Il nettare, colorato e schiumoso come una birra, ci rigenera e proseguiamo ad esplorare la città in piena forma.
In serie visitiamo il Duomo, di per sè nulla d'eccezionale visto dall'esterno, e silenziosi il Landhaus, sede del governo regionale.
Le sue due torri, di stampo austriaco, ma così vicine all'Italia, sono molto belle seppur non abbiano un forte richiamo per quei turisti che invece prediligono mete più blasonate come Salisburgo e Vienna.
In realtà è tutta una formidabile scoperta e persino la più semplice delle attrazioni può rivelarsi foriera di storie e vecchie tradizioni.
Cosi, d'un baleno pensiamo al Worthersee, il lago che non dovrebbe distare molti km da Klagenfurt, ma che forse è irraggiungibile per noi a piedi, ed io e Mina ne discutiamo. Il Worthersee sappiamo essere un importante lago con un curiosa leggenda alle spalle, che riguarda la sua nascita.

Sorgeva una volta, ove ora scorrono le acque del Worthersee, una città ricchissima e bellissima.
I suoi cittadini, dediti al vizio e alla lussuria che tale opulenza permetteva, si ritrovavano spesso a far baldoria nei locali e non si risparmiavano mai, nemmeno alla vigilia di Pasqua. Le campane della chiesa che di norma sancivano la fine dei banchetti, anche quella sera suonarono, ma tutti fecero finta di non sentire. Ad un tratto si aprì la porta del salone, ed entrò un ometto magro magro.
Indignato guardò la gente chiassosa e li ammonì aspramente: "voi crapuloni, non sapete che festa celebreremo domani? Tornate a casa, prima che che l'ora della penitenza sia passata e la pena vi raggiunga". Ma come risposta l'ometto ottenne soltanto risate beffarde.
Pochi minuti prima dello scoccare della mezzanotte, l'ometto apparve di nuovo, ma questa volta aveva portato con sé una piccola botte. Sgridò gli avventori per la seconda volta, li pregò di cambiare atteggiamento e di far penitenza: "Altrimenti apro il rubinetto della botte e voi morirete" sentenziò.
In quel momento rintoccò la mezzanotte, tutte le luci si spensero, le mura tremarono e scoppiò un diluvio tremendo. Dalla piccola botte scorse una tale quantità d'acqua che tutta la città e i suoi dintorni ne rimasero sommersi.
Nacque cosi il lago Worthersee.
Come ovvio, era proprio Klagenfurt quella città viziosa, e venne poi ricostruita nell'attuale posizione...con un monito per tutti i cittadini: la statua dell'omino del Worthersee che prontamente li rimprovera qualora dovessero cadere in tentazione...

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