sulle ali del drago: Ljubljana

In preda all'entusiasmo il nostro amato drago dispiega le ali e, dopo Klagenfurt, ci scorrazza verso una nuova meta, all'inseguimento di un altro suo simile in una terra da noi non ancora esplorata.
Con stupore scendiamo a Ljubljana, capitale della Slovenia, vicinissima all'Italia, ma purtroppo mai presa in considerazione.
Non so il perchè di questo rifiuto, forse per paura delle novità o di interagire con una cultura diversa da quelle con cui finora siamo stati abituati a trattare.
Anche se di posti ne abbiamo visti tanti, non dimentichiamo che io e Mina siamo novelli viaggiatori, talvolta costretti a prenderci per forza delle precauzioni da scegliere come prima opzione città che già "conosciamo"..

Appena atterriamo a Ljubljana, però, svaniscono i nostri timori, nonostante si capisca perfettamente di non essere in uno Stato del nord.
Difficile spiegare a parole ciò che si prova, o meglio, quello che NOI PROVIAMO, soprattutto cominciando il giro da una zona periferica della città.
I muri imbrattati da disegni e frasi di contestazione, le case fatiscenti, soggetti di una minoranza perdigiorno, sono tutti elementi che non ci è mai capitato di vedere nelle ben più ricche Svizzera, Austria e Germania, eppure questo degrado, che piano piano scompare più ci si avvicina al centro storico, trasmette solo un pizzico dei tormenti vissuti in passato dagli sloveni, imbrigliati sotto il gioco di dittatori comunisti, per lasciare invece campo ad un desiderio di rivalsa e voglia di dimostrare all'Europa che anche un Paese piccolo come la Slovenia può offrire bellezze e città al passo coi tempi.
"Proprio al contrario di noi in Italia" ci vien da dire "che potremmo già avere uno Stato ricco e prospero, basato sul turismo, ma che una classe politica inadeguata e furba sta mandando allo sfacelo con il beneplacito di noi cittadini, chiaramente...."
Immersi in un vortice di sensazioni, iniziamo ad incrociare vagonate di turisti giapponesi, italiani, austriaci, e capiamo di aver raggiunto la zona centrale di Ljubljana, davvero parecchio estesa, e secondo noi, esplorabile in 3 modi diversi che conferiscono alla città altrettante personalissime forme (a spirale, ellittica, zigzagante)...

Il fiumiciattolo Ljubljanica scorre proprio in mezzo ed è intorno o su di esso che si erigono i ponti, le chiese, e le statue principali di Ljubljana, con il bellissimo castello a dominare lo sfondo e raggiungibile tramite funivia od un'impegnativa camminata.
Quello che colpisce di Ljubljana è l'attenzione che negli anni ha riservato verso noi diversamente abili. So che dovremmo essere integrati in qualsiasi parte del mondo, ma non tutti i Paesi hanno nella propria indole l'interesse alla civiltà e ai diritti umani, Italia compresa, quindi rimaniamo piacevolmente sorpresi delle tanto semplici, quanto efficaci soluzioni messe in atto dall'amministrazione locale per rendere ancor più vivibili e accessibili le piazze principali.
Muovendoci senza alcun intoppo né fatica ci dedichiamo subito alla visita del mercato al coperto, allestito giornalmente e non ancora troppo affollato nonostante sia domenica.
Guarda e riguarda, e senza poter immaginare cosa ci sarebbe successo di lì a breve, ci siamo fermati davanti ad una bancarella di magliette destando curiosità nel gentile signore addetto alla vendita. 
Nato in Slovenia, sapeva parlare benissimo l'italiano grazie a sua moglie, nostra connazionale, e conosceva persino il nostro paese di residenza!
Cosi, una chiacchiera tira l'altra, siam finiti a scambiare cordialmente aneddoti e consigli sulle nostre rispettive nazioni, ascoltando cosi tante parole al miele su Ljubljana e la Slovenia che io e Mina ci siam gettati uno sguardo d'intesa. 
"Ok, presto qui ci ritorneremo!"

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