Roussillon...50 sfumature di rosso ocra!

L'aver girato tutta l'Alsazia non può etichettarci come esperti della Francia.
La Francia non si limita ad una sola regione; è molto altro, è un miscuglio di ambienti e stili che la rendono amabile e criticabile allo stesso tempo.

Dalla Liguria imbocchiamo la strada per Ventimiglia-Menton che attraversa la Costa Azzurra, un tempo meta di turisti danarosi e modaioli nostrani, i quali prediligevano il lusso di Cannes e Saintes-Tropez ai divertimenti spiccioli della riviera romagnola. Ne avevano ben donde se quello che noi stavamo vedendo dall'alto del serpentone, era ciò che anche loro vedevano: un panorama talmente bello da sembrare un quadro d'autore.

Ci dirigiamo curva dopo curva verso la Provenza, ove i quadretti vanno moltiplicandosi e ci regalano scenari sempre più paradisiaci, tutti dipinti grazie ai colori della natura.
Ci lasciamo alle spalle il blu del mare per incontrare il verde dei vitigni, il viola della lavanda, sotto un cielo azzurro spazzolato dal Mistral, fino ad incappare nel giallo e nel rosso di mastodontici "canyon".
Ed è proprio qui, su questi due colori che vogliamo soffermarci, per sorprendervi con una nuova recensione, calda e passionale come la terra di Roussillon.
In questo piccolo borgo di circa 1000 abitanti approdiamo all'ora di pranzo, eppure la luce che picchia sulle pareti rocciose e rossastre è molto simile a quella del tramonto e perdersi nei suoi vicoli equivale ad immergersi in una fornace dalle bollenti sfumature.
Le strette stradine del centro storico convergono in un'unica piazzetta composta da localini, bar ma soprattutto tipiche botteghe di ceramica e souvenir fai da te.
Saliamo e scendiamo lungo dolci pendii a volte asfaltati, altre volte lastricati, passando sotto archi arabi e sfiorando le facciate delle case, francesi, anch'esse tutte arancio-rosse, in netto contrasto con le tinte delle persiane e il verde dell'edera rampicante.
Di tanto in tanto spuntano delle sorprese, e mastri vasai sfoderano le loro abilità artigianali lungo le vie meno battute dove fanno capolino anche simpatici gechi d'abbellimento, portoni affrescati e balconcini fioriti.
Dopo due ore di passeggiata ininterrotta ci affacciamo dal sagrato della chiesa, la cui posizione leggermente rialzata permette un'ampia veduta delle colline circostanti, l'incredibile "Valle delle Fate" e il "Viale dei giganti", e poi del canyon, la vera chicca del paese.
Tecnicamente è grazie alla sovrabbondante quantità di ocra presente nel canyon che Roussillon brilla di splendide tinte rosse, ma siccome a noi non piacciono tanto le spiegazioni scientifiche, vi raccontiamo la tragica leggenda che ruota attorno al villaggio...ricordandoci dopotutto d'essere in Occitania, patria di bardi e trovatori

L'argomento è dei più classici; l'amore infelice di Guglielmo per Sermonda, sposa di Raimondo d'Avignone, signore del borgo verso la fine del XII sec. Tra i due scoppia una passione impetuosa e irrefrenabile, spezzata però sul nascere proprio dal marito tradito.
Venuto a conoscenza dell'inganno, Raimondo invita il giovane ad una battuta di caccia, ma ovviamente si tratta d'un pretesto per ucciderlo e strappargli il cuore dal petto, nella più agghiacciante delle esecuzioni. Non soddisfatto del barbaro gesto, impone al cuoco del castello di cucinare il cuore del giovane per cena alla moglie, senza destare sospetti.
Solo dopo aver rivelato il macabro ingrediente, Sermonda sconvolta pensa al suicidio e si getta dalla falesia su cui sorgeva il castello.
I due amanti, tuttavia, vengono seppelliti insieme in una fossa nei pressi di Roussillon, ma il loro sangue ancora sgorga nel villaggio, tingendo di rosso tutto ciò che tocca...

Finalmente entriamo nel Sentier des Ocres, sprofondando in un mare di sabbia rossa, montagnette e guglie, che passo a passo si trasformano nelle dune d'un deserto da scalare e con cui sporcarsi.
Il giallo, l'arancio ed il rosso ci proiettano dentro uno scenario suggestivo, da vivere a fondo, nonostante il percorso accessibile per noi sia davvero breve. 
Una piccola terrazza ci invita a fermarci a poche decine di metri dalla biglietteria, ma noi lasciamo in custodia la carrozzina e con fatica ci avventuriamo nel canyon a piedi.

Siamo circondati da alte pareti, gole e soffici dune che sprigionano infinite nuance d'arancio, fino al sopraggiungere del verde della vegetazione, una sorta di oasi nel deserto.
Il percorso prende corpo al primo bivio che indica due sentieri; uno più breve, indicato da una freccia gialla, ed uno più complesso, indicato da una doppia freccia rossa, entrambi sfocianti in un punto comune distante 35 e 50 min da quello di partenza.
Il ritmo è lento, però non è solo colpa dei tanti scalini scivolosi, siamo noi che prendiamo la scusa di riposare un po' per raccogliere la sabbia, strofinarla tra le dita, e sperare che quel cammino non finisca mai.
A onor del vero non riusciamo a completarlo tutto, persino il sentiero più "semplice" va ben oltre le nostre possibilità fisiche, ma siamo comunque contenti: una cosa "impossibile" sulla carta, l'abbiamo resa possibile, almeno per un bel pezzo oltre a quello consentito, almeno per essere anche noi dei protagonisti.

E a ben guardare, nel nostro piccolo siamo stati già molto più protagonisti di tanti altri turisti, che in un posto del genere hanno mantenuto lindi i loro vestiti.
Ma com'è possibile che non abbiano voluto sentirsi parte integrante di questa meraviglia naturale?

Supponiamo che succeda a chi visita un determinato luogo solo per curiosità, senza giocarsi il cuore come invece facciamo noi, che siamo orgogliosi di conservarne sempre i segni sulla nostra pelle...
ROUSSILLON IN PILLOLE:
- Periodo migliore: giugno - luglio
- durata media: mezza giornata
- difficoltà: 3/5
- prezzo d'ingresso ai sentieri dell'ocra: 2,50 euro.
- accessibilità: il sentiero delle Ocre è adatto in minima parte ai diversamente abili

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