C'è frankenstein e Frankenstein!

"Da Frankenstein" è un tour che abbiamo improvvisato percorrendo 200 km in terra tedesca, tra paesi sconosciuti, ma in due regioni ben distinte; l'Assia e la Renania.
Data l'enorme quantità di informazioni e una serie di deduzioni, abbiamo scelto di raccontarvelo non sottoforma di resoconto, ma tramite dialoghi, gli stessi fatti da me e Mina in diretta nei luoghi descritti.

Andrea: Hai idea di quanti posti abbiamo visto grazie alle fiabe e ai romanzi? Ci siamo fatti l'intero giro manzoniano sul lago di Lecco, Collodi in Toscana, Verona, La strada delle fiabe qui in Germania, e se Dio vorrà un domani seguiremo le tracce di Andersen... 
Mina: ci mancano pure gli scrittori inglesi e i favolisti irlandesi. Chissà se ti passerà la paura di prendere l'aereo?
Andrea: eh bella domanda... di sicuro l'Irlanda è uno di miei sogni, speriamo di andarci. A proposito, non ci crederai, sai cosa sto leggendo proprio in questo momento? che Mary Shelley si è ispirata ad un castello tedesco per scrivere di Frankenstein. Chi l'avrebbe mai detto! Lei è inglese...o scozzese...non ricordo bene, ma di certo pensavo non avesse avuto niente a che fare con la Germania. Burg Frankenstein a 30 km a sud di Francoforte. Amore dov'è che siamo ora?
Mina: 100 km sud di Francoforte!
Andrea: nooooooo davvero? che fortuna abbiamo? ..senti proviamo ad andare li. Diamo un senso alla giornata e vediamo se è vero. Sai il libro di Frankenstein ce l'abbiamo a casa, l'ho preso anni fa...mai letto...ma chi non conosce la storia? 
Come al solito non è facile capire chi c'è stato davvero e chi scopiazza, su internet non c'è molto al riguardo. Dice che Burg Frankenstein si trova 2 km fuori Darmstadt, si parcheggia a 30 min di cammino dalle rovine del castello e che questo è molto in voga tra i giovani che organizzano feste la notte di Halloween...
Mina: Cominciamo bene, più un posto è popolare e più subisce gli effetti negativi della gente. 
Andrea: Non sarà peggio dell'Italia, dove ci manca poco che venga imbrattata dai bambini il masso commemorativo dell' "Addio monti"
Mina: Ma possibile che Mary Shelley abbia preso spunto da un castello tedesco per il romanzo?
Andrea: Pare che sia stata in Germania da giovane, in vacanza sul fiume Reno e sia rimasta affascinata non solo dai paesaggi incantevoli, ma anche dalla lugubre vicenda capitata appunto nel "burg".

Usciamo da Darmstadt seguendo per mezzora abbondante un sentiero tortuoso e buio in collina. Nonostante l'asfalto impeccabile e l'efficiente manutenzione ammetto che siamo stati un po' in apprensione, però poi, dall'unica indicazione presente, il parcheggio è a 10 metri e il castello a 4.
Andrea: Appunto, che ti dicevo Mina? La gente scrive per darsi arie, ma dubito che tutti i "travelblogger" vadano personalmente nelle località da loro raccontate. Dove sono i 30 min di cammino? ..Mai visto un castello in Germania più accessibile di questo! parcheggio libero, ristorante a sinistra, rovine a destra. Comodo, altro che faticaccia!
Mina: Infatti i turisti sembrano più attratti dal ristorante che dal castello, e se devo essere sincera non avverto tutta quest'aria di mistero..
Andrea: Anche io. Certo le rovine sono inquietanti eh, se le immaginiamo all'epoca del romanzo; intatte, austere, con questa torre poi, sicuramente l'intero castello sarebbe stato ancor più terrificante. Ma la storia che si cela dietro le mura, la sai?
Mina: no, dimmi.
Andrea: Dunque la macabra leggenda riguarda uno dei proprietari del castello, un tale di nome Johann Conrad Dippel. Dippel era conosciuto per essere uno scrittore, predicatore e teologo, ma soprattutto "scienziato pazzo". Viaggiò in Europa e si interessò di alchimia. Nel castello tentò di scoprire la pietra filosofale e l'elisir di lunga vita. Chiaramente non ci riuscì, ma inventò comunque l'olio di Dippel, ricavato dalla distillazione delle ossa, peli e sangue di animali, e il blu di Prussia, una tonalità che venne poi adottata per le divise militari dell'esercito prussiano. Da questi esperimenti gli abitanti del borgo ci ricamarono sopra le peggiori illazioni, accusando Dippel di profanare le tombe per rapire e sezionare i cadaveri. Si vocifera che egli stesso morì in circostanze misteriose; trovarono il suo corpo tutto blu, probabilmente per aver ingerito il blu di Prussia e dimostrarne una qualche proprietà benefica.
Mina: Hai detto che trafugasse delle tombe. Da quale cimitero, scusa?
Andrea: Nieder-Beerbach, un villaggio qua vicino.
Mina: (dopo una rapida ricerca in internet): alla faccia del "qua vicino". Da Darmstadt a Nieder Beerbach ci sono 15 km. Dippel nel 1600 trasportava col camion i cadaveri? o li tagliuzzava in loco per farceli entrare poi nel bagagliaio dell'auto di famiglia? 
Andrea: in effetti sono un po' troppi per andarci a piedi o a cavallo o che ne so cosa esistesse ai tempi. In ogni caso sono tanti da fare per degli esperimenti.
Mina: ...E resta il fatto che, nonostante la spettralità del posto e l'agghiacciante leggenda, a me continua a non trasmettere niente. Neutrale. Boh.
Andrea: Adesso che me lo dici, noto anche che si parla della festa di Halloween, ma mai del mostro di Frankenstein.
So che nel romanzo di Mary Shelley non viene nominato alcun castello, ma è ovvio che il dottore avesse un laboratorio o quantomeno una triste dimora per dar vita alla creatura, e se questo castello nell'immaginario collettivo è davvero quello da cui la scrittrice ha preso ispirazione, qualche riferimento ci deve pur essere! Un indizio almeno... niente.
Mina: Mi sa che viene usato soltanto dai giovani per divertirsi; un modo alternativo per trascorrere la notte più terrificante dell'anno. Non capisco però dove abbiano tirato fuori il nome Frankenstein.
Andrea: Frankenstein letteralmente significa "pietra dei Franchi". I Franchi colonizzarono parte della Germania nel VI sec, quindi è più un appellativo o un aggettivo che un nome. Il castello in ogni caso risale al XIII sec, ci passarono molti Signori e cavalieri, ma il più famoso ed emblematico è appunto Dippel, nulla a che vedere con "Frankenstein". Mary Shelley si è innamorata del Reno, ok, può darsi persino della vita di questo alchimista, tanto da usarla per il suo romanzo horror/gotico, ma dubito che, in quanto inglese e turista, conoscesse la storia del castello, dell'epiteto "Frankenstein" ecc ecc. Secondo me ha utilizzato il termine "Frankenstein" come nome perchè l'ha sentito da qualche parte, in modo chiaro.
Mina: Vabbeh, almeno abbiamo visitato anche questo castello, su. Sia vero o no, non ci facciamo mancare nulla.
Andrea: prossima tappa?
Mina: Weidenthal...giusto per passarci la notte, cosi esploriamo parte la strada dei vini

Arriviamo a Weidenthal, un villaggio di 1000 anime davvero piccolo e raccolto, ma non per questo trascurato anzi. Sono le 18.00 del pomeriggio e noi siamo già stanchi morti.
Decidiamo di starcene un po' nella camera del delizioso Bed & Breakfast prenotato e di uscire soltanto per cena.
Mangiamo all'unico bistrot aperto e giriamo a zonzo per il paesino, immersi nella più assoluta beatitudine.

L'indomani ci alziamo di buon'ora e dopo ave gustato una sontuosa colazione, carichiamo il nostro zaino sulla macchina.

Mina: si sta veramente bene qua, mi dispiace lasciare Weindenthal.
Andrea: non c'è nulla, manco a cercare con la lente d'ingrandimento, ma ieri abbiamo trascorso una magnifica serata. Era da tanto che non ce ne stavamo seduti per i fatti nostri a bere e chiacchierare. Ti va di fare una passeggiata prima di lasciare il paese?
Mina: molto volentieri! Non andiamo però ancora verso il centro, percorriamo la strada dall'altra parte, hai visto che c'è un bel marciapiede? magari finiamo nel paese limitrofo e lo guardiamo un po'.
Andrea: ci sto!

A distanza di 3 km, in effetti, raggiungiamo un altro paese...e questa è la nostra faccia nell'averne letto il nome.
Una scioccante e allo stesso tempo sensazionale scoperta.
Andrea: hai visto dove siamo? Non ci posso credere!! un paese che si chiama Frankenstein, scovato a caso, voluto dal destino, cioè ci fermiamo in un paese e ne troviamo un altro che guarda caso tocca lo stesso argomento di ieri!
Mina: E questo è limpido: sul cartello c'è proprio scritto Frankenstein. Il termine non è utilizzato in qualità d'aggettivo, è il nome del paese.
Andrea: ...quindi anche un non esperto della Germania, come poteva esserlo la Shelley, leggendo il nome chiaro e tondo poteva benissimo sceglierlo e nominare cosi uno dei suoi personaggi del romanzo! senza bisogno di inventarsi nulla.
E guarda che silenzio c'è intorno, se non fosse per un paio di negozietti, sarebbe ancor più spettrale del "burg"..
Mina: oilà, va lassù! le rovine di un castello!
Andrea: Mina con la carrozzina non è fattibile, te la senti di provare ad andarci a piedi? Mi devi tenere in braccio.
Mina: ci provo, al massimo torniamo indietro.. con la nostra digitale è bello che riusciamo a fotografarlo persino da quaggiù.
Imbocchiamo la salita che porta al castello e alcuni cartelloni informativi ci segnalano la presenza di tanti animali nel boschetto della collina, soprattutto volatili.
Mina spaventata: cos'è stato questo verso? pare un grido, un lamento di bambini..
Andrea inorridito: sono capre amore, ma caspita che versi raccapriccianti! provengono da li.. una fattoria in disuso. Le capre ovviamente dovranno pur essere di qualcuno, ma in questa maniera è tutto surreale!

A distanza di poche centinaia di metri altre due sorprese...

Andrea: sulla destra una chiesetta....e sulla sinistra? un piccolo cimitero a cielo aperto...

Io e Mina ci scambiamo uno sguardo di complicità.
Andrea: non serve un mago, bastano solo dei semplici ragionamenti. Allora: abbiamo il nome specifico del paese, le rovine di un castello, delle colline boscose, la presenza di animali tra cui uccelli e capre (simbolo del demonio), un cimitero ben visibile e posizionato a 1 km di distanza dal castello, il tutto leggermente fuori dalla zona abitativa. Non credi che gli ingredienti contenuti in un romanzo horror/gotico ci siano tutti? E combacerebbe ogni cosa! Mancherebbe solo il personaggio, è vero, ma chi lo sa chi viveva in QUESTO castello? Magari una figura ancor più losca di Dippel. Di certo chiunque sia stato, avrebbe potuto fare qualsiasi tipo di esperimento avendo animali e cadaveri a disposizione e nemmeno lontani. E poi ci avrebbero pensato i concittadini a metterlo in cattiva luce, additandolo come pazzo ed isolandolo dal resto della comunità.
Senti, ma a quanti km di distanza siamo da Darmstadt?
Mina: circa 200 km.
Andrea: fammi indovinare, non siamo più in Assia, bensì in un'altra regione.
Mina: fammi controllare....... sì, siamo in Renania.
Andrea: per antonomasia la regione del Reno.. mentre a Francoforte che pure c'è il Reno, nello specifico si mischia con il fiume Meno, non è cosi?
Mina: esatto.
Andrea: ...e Mary Shelley ha navigato le acque del Reno. Per quanto ne sappiamo, lei potrebbe essere capitata in questo paese e poi aver esplorato l'intera valle finendo dalle parti di Francoforte. Ha ascoltato la storia di Dippel, restandone ammaliata, ma poi ha optato per il paese di Frankenstein con le sue lugubri caratteristiche per completare il personaggio e dare un senso al romanzo.
Nessuno può sapere niente con certezza, non ci sono dati storici, e su internet non ho trovato manco chi ha azzardato le stesse nostre ipotesi.
Mina: è il solito discorso. Solo chi viaggia davvero, anche fosse poco, è comunque in grado di fornire notizie...reali.
Andrea: dovremmo sentirci orgogliosi. Magari abbiamo fatto un pessimo ragionamento, o da qualche parte nel web ci son scritte le stesse identiche cose che abbiamo pensato noi, ma non importa.
Anche a Frankenstein i Viandanti Magici sono presenti!

BURG FRANKENSTEIN IN PILLOLE
- Periodo migliore: tutto l'anno, ma ad Halloween si organizzano feste a tema horror
- durata media: un'ora e mezza
- difficoltà: 1/5
- accessibilità: tutta l'area parcheggio/castello/ristorante è accessibile alle carrozzine. 
FRANKENSTEIN IN PILLOLE
- Periodo migliore: tutto l'anno
- durata media: mezza giornata
- difficoltà: 3/5
- accessibilità: la salita in collina non è accessibile alle carrozzine. 

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