Nei viaggi conta di più il quanto o il come?

Quantità vs qualità.
Una sfida che sa di dubbio amletico, riconducibile alla maggior parte dei contesti e naturalmente anche ai viaggi.

Troppo spesso, infatti, si spiano i profili facebook invidiando i migliaia di tour altrui attraverso le fotografie postate, senza sapere però cosa si nasconda dietro i volti delle persone.

A volte anche noi viandanti pecchiamo di invidia. Siamo umani, che diamine, ma più che altro invidiamo fin dove la gente può spingersi durante i viaggi.
Se penso che noi siamo penalizzati dalla paura di prendere l'aereo e dall'uso obbligato della carrozzina, mentre c'è chi scorrazza libero per il mondo e in luoghi poco accessibili, mi fa salire il nervoso.

E quando riusciamo con fatica ad organizzare un weekend, tra accorgimenti e precauzioni, poi vediamo gli altri arrivare dopo di noi, belli freschi, che fanno le stesse cose e magari meglio, mi fanno proprio incazzare.

Allora abbiamo deciso di rallentare, cambiando ottica e modo di viaggiare. All'inizio delle nostre esperienze non vedevamo l'ora di superare i confini; dall'Italia all'Austria, dalla Svizzera alla Germania, e non sapevamo dire quale Stato fosse il migliore, perchè ognuno sembrava perfetto se visitato superficialmente.
Ora invece puntiamo solo alla qualità dei nostri viaggi; diminuendone il numero, ma aumentandone il valore.

I nostri guadagni li suddividiamo in tre parti: una parte l'accantoniamo per il futuro, una parte la spendiamo per attrezzature sempre più mirate alle nostre esigenze e una parte la usiamo a destinazione.
Lo sapete che in base a ciò che si sceglie; gite in montagna, parchi, tour on the road o in città, noi disabili possiamo comprare ausili specifici per la nostra autonomia? solo che non tutto può essere comprato su richiesta tramite asl e quindi tocca a noi in prima persona cacciare le mani in tasca e pagare.
Ci vuole tempo e pazienza, ma appena si riesce ad acquistare l'ausilio desiderato è una soddisfazione pazzesca.
Si ha la consapevolezza di aver sudato per risparmiare, di non aver sognato invano e di poter progettare viaggi ancor più emozionanti per viverli in maniera del tutto nuova rispetto a prima.

Ma di questo cosa ne devono capire le persone? Ci sono certi che trovano la via spianata, ci guardano e vedono in noi dei figli di papà, dei privilegiati che ottengono tutto ciò che vogliono da chi gli sta intorno o dallo Stato. A loro invece basta un clic per prenotare e partire, liberi da impedimenti e spese extra. E' soltanto la volontà che spesso gli manca, ma una volta trovata, vanno alla grande, anzi, vanno a casaccio.
Vanno in posti in cui fa figo andarci, soltanto per mostrarli e mostrarsi, ma una volta arrivati? cosa c'è da vedere? Nessuno lo sa..
Noi, al contrario, ponderiamo le nostre decisioni, sappiamo i reali motivi che ci spingono ad esplorare certe mete, e ci andiamo perchè ci interessano sul serio.
Documentando tutto sul nostro blog è una prova che sappiamo raccontare storie e leggende dei luoghi, e prediligiamo scatti della natura e monumenti piuttosto che una miriade di selfie tutti identici.

Attenzione che questa riflessione tocca i presunti viaggiatori, non i vacanzieri.
Le "vacanze" sono distrazioni, la via più semplice per spezzare un duro periodo di lavoro, i viaggi invece sono un regalo prezioso che ognuno di noi dovrebbe far a sé stesso.

A conclusione della riflessione riprendo la tesi iniziale e mi rispondo: per noi non è importante la quantità, ma la qualità.
Una volta che anche voi capirete questo, capirete finalmente che viaggiare non è una gara a chi va più veloce e lontano, ma un'esperienza da vivere per un personale arricchimento umano. 

Commenti

  1. Sana riflessione in un'epoca di consumismo riguardante tutto, compreso il "tempo libero".

    C'è un "però". So che molti avrebbero l'ambizione di "viaggiare per conoscere", ma si sentono bloccati dall'età, dalla lingua, in generale dai "timori". E così finiscono per viaggiare in modo "monco": approfittando di un viaggio organizzato. Non me la sento di criticarli: fanno quello che si sentono.
    E va bene così. Quello che conta è lo spirito.

    Voi in questo senso siete fortunati: di "spirito" ne avete in abbondanza!

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  2. Quello che dici è verissimo, Paolo. L'età conta, e non ti nego che anche per un giovane viaggiare stanca parecchio. Arriverà anche per noi il tempo in cui il fisico verrà meno e magari ci daremo un taglio netto, ma la lingua o gli usi e costumi non dovrebbero essere problemi.. sono davvero un arricchimento culturale, e "girare" gioverebbe all'intelligenza. Si possono fare raffronti, ragionamenti e capire meglio le situazioni nostrane rispetto a quelle estere. Viaggiare seguendo regole di una qualche agenzia sarebbe già buona cosa, ma in questa riflessione abbiamo "preso di mira" chi passa da Ibiza all'America, passando dalle Filippine in pochissimo tempo solo per far vedere che ci è stato e perchè son mete "trendy"... ma senza aver toccato con mano le vere realtà spagnole, indios e asiatiche..

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