Burano e Murano; femminilità lagunari

All'idea che ci sarebbe piaciuto visitare le isole veneziane, in tanti ci han suggerito di consultare internet, convinti tutti di avere una risposta alle nostre esigenze. 

"Basta che andate qua e fate i biglietti, è semplice", "Guardate sul sito dei trasporti navali, ci sono indirizzi, orari e costi, prenotate direttamente come abbiamo fatto noi", "Non fate il tour? In ben 4 ore si possono esplorare le tre isole maggiori", "No, no, ce l'ho io la soluzione: acquistate il biglietto cumulativo giornaliero. Con 40 euro al massimo siete liberi di muovervi dove vi pare e per quanto volete!"
Insomma, trattasi di proposte allettanti e, per l'amor di Dio, date con le migliori delle intenzioni, ma perché a nessuno viene in mente che all'interno della coppia c'è un portatore di handicap? Va bene, dare info e suggerimenti, ma per darli bisogna essere più che esperti, e quanto meno prendere in considerazione tutte le variabili. L'handicap è una variabile e anche parecchio rognosa, da affrontare e da saper sfruttare all'occorrenza.
Prezzi e modalità sono a parte "per noi" e purtroppo sono pochi i siti che danno info esaustive, per quello viaggiamo di fantasia oltre che col corpo. Prendiamo ciò che ci capita sul momento, vivendo d'istinti e di incoscienza, ma anche di rinunce se qualcosa non è fattibile o è particolarmente massacrante.

Riguardo l'organizzazione della gita alle isole lagunari non abbiamo potuto far affidamento su alcun consiglio, anzi, in loco ci siamo persino visti costretti ad eliminare potenziali soluzioni, tipo il tour in sole 4 ore.
Già per una coppia "normale" 4 ore di visita sono pochissime, considerati i lunghi tratti di navigazione, volete mettere per noi?! Roba da cuore in gola!
Sono una toccata e fuga dall'uscita dei porticcioli alle vie principali, quelle ricche di ristoranti e negozi di souvenir. Null'altro, e non sembra affatto una genialata.

Certo all'inizio può essere perfetto; con il tour "guidato" si ha la pappa pronta, ma le cose che effettivamente si visitano sono la metà della metà, forse meno, e con una sedia a rotelle al seguito è difficile stare dentro gli orari prestabiliti. Si corre il rischio di piroettare peggio delle trottole qua e là soltanto per raggiungere un nuovo traghetto.

Vi assicuro che è la verità. Esplorare le isole di Venezia, per un disabile, è un'epopea!
Quindi è meglio scegliere un tour personalizzato, a tratte singole, almeno per gestire in autonomia i tempi di visita.

Con la macchina arriviamo nell'unico porto in cui io e Mina ci sappiamo orientare; Punta Sabbioni e qui ci rechiamo immediatamente alla biglietteria.
L'operatrice di cassa si rivela subito molto gentile e ben disposta a fornirci tutti i dati degli imbarchi, segno che, nonostante il cielo coperto e il freddo, non è stato affatto male scegliere un weekend di gennaio per realizzare il primo buon proposito del 2018. Tra l'altro, in fila non c'è nemmeno il sovraffollamento di turisti. Ottimo!

Partiamo con l'intenzione di visitare Burano e Murano, salvo poi aggiungere Torcello in extremis, ma scartiamo, come detto, tour guidati e tour giornalieri, ritenuti superflui e fin troppo dispendiosi. Ci facciamo allora convincere a comprare biglietti singoli, in modo da poter aggiungere tappe a nostro piacimento. Sicuri di voler visitare almeno due isole su tre, la cassiera ci conferma l'utilizzo di almeno 4 o 5 traghetti e cosi paghiamo per 5 tratte.
Non so se esistano tariffe invernali, oppure se si tratti di un regalo, ma per me ogni spostamento è gratuito, e Mina in qualità di accompagnatrice paga soltanto 1,50 euro a biglietto...in pratica una sciocchezza!!

I biglietti sono reperibili anche alle casse automatiche, ma quando si devono gestire problematiche la cosa migliore è sempre rivolgersi vis a vis con un addetto alle casse.
Ora passiamo all'argomento più bello: il diario di viaggio della nostra escursione.

Da Punta Sabbioni la prossima fermata è Treporti, uno scalo, diciamo, che con tanto di cambio battello ci porta poi dritti a Burano.

Burano è l'isola dei merletti, e più di tutto è l'isola dei colori.
Fin dall'attracco dei vaporetti si viene assaliti da un'esplosione di allegria e un arcobaleno architettonico senza eguali.
Ci muoviamo sotto una coltre plumbea non prevista, ma non per questo negativa. Senza i raggi solari, i colori delle case non brillano nel vivo, ma in compenso gli scatti fotografici sono divini, senza sfarfallii di luce né eccessiva luminosità.
A Burano ci si sente esploratori dall'aria marinaresca; mani in tasca, passo lento e felpato, qualche chiacchiericcio e sguardo perso nei canali, poiché è d'obbligo perdersi nei suoi riflessi.
L'isola è un gigantesco caleidoscopio che vibra ad ogni movimento, e forma una serie di proiezioni geometriche letteralmente imprevedibili dove perdersi per ore ed ore senza una meta precisa, ma solo con il gusto di perdersi nei vicoli, e nelle calli sconosciute.

Piazza Baldassarre Galuppi è la principale di Burano, eppure noi la visitiamo per ultimo tanto ci attraggono le vie più nascoste e pittoresche, e lasciamo che la zona turistica sia la degna conclusione per un pranzetto sopraffino e un paio d'ore di tranquillità a caccia di souvenir.
L'edificio più importante dell'isola è la Chiesa di San Martino, caratterizzata da un campanile pendente che i buranesi chiamano "el campanìl" e trovarsi sotto fa un certo effetto. Meno male che a nessuno è saltato in mente di farsi fotografare in pose assurde tipo quelle davanti alla Torre di Pisa, ma anche questa non scherza in termini di pendenza! Per colpa di un cedimento del terreno il campanile si è inclinato di quasi due metri, peccato che nelle foto ravvicinate appaia piuttosto dritto...mistero.
Nel frattempo il cielo si è rasserenato e intanto che il sole lambisce le facciate delle case mostrandoci finalmente tutti i colori sgargianti, noi ci addentriamo nelle viuzze all'insegna di un secondo giro, ancor più approfondito.
Entriamo nei cortili privati, con l'impressione di violare la privacy degli cittadini, però non possiamo negarci la vista del bucato messo fuori ad asciugare come fossimo in un borgo del sud d'Italia, o le biciclette appoggiate alle pareti come in Olanda, e i negozietti d'artigianato locale.
I colori delle abitazioni sono una sorta d'enigma. Mentre i nostri occhi cercano di catturarne ogni tonalità e ogni tinta; da quella più opaca, a quella più accesa, ci chiediamo se davvero un tempo i colori aiutassero i pescatori a ritrovare la propria dimora nelle giornate di nebbia, o se sono semplicemente un vezzo "moderno", (risalente dai tempi del Regno d'Italia) che ogni famiglia utilizza per avere un simbolo identificativo.
Una cosa è certa; quando si abbandonano le vie centrali di Burano si prova la sensazione di essere pennelli imbevuti nelle macchie di tempera di una tavolozza.
So che quello che sto per dire potrebbe suonare strano alla maggior parte dei lettori, ma in aggiunta, oserei dire che stare all'interno di Burano è uguale al sentirsi i protagonisti di un famoso videogioco dal titolo "De Blob". Prodotto per la Nintendo, De Blob vedeva un buffo personaggio antropomorfo capace di "acchiappare" i colori disseminati in capsule nei vari livelli per "spruzzarli" su oggetti, nemici e case e ridare luce e tonalità alla città di Croma City, resa bianca e incolore da un attacco alieno da parte della INKT Corporation.
Persino Burano, analogamente a Croma City, ha le sue case incolore e noi le abbiamo scovate, dipingendole con la mente al fine di completare e superare il livello al 100%.
Trascorse ben 5 ore soltanto sulla prima isola, scegliamo di imbarcarci per la seconda. Torcello o Murano? Torcello dista appena 5 minuti, Murano circa 30, però purtroppo alle 15.30 nel mese di gennaio il sole cala presto e non avremmo avuto il tempo materiale di vedere tutto, cosi decidiamo di spostarci verso Murano.
Tramite il traghetto numero 12 raggiungiamo l'isola e sono ormai le 16.00 del pomeriggio, quasi l'ora del tramonto.
Il cielo si ammorbidisce sfumando dall'azzurro ai colori caldi del tramonto. Le ombre delle barche si allungano sui canali, quelle delle persone lungo i marciapiedi, ma non c'è più tanta gente nelle botteghe ancora aperte e il silenzio è l'aspetto che più ci colpisce.
Murano è forse la più famosa delle tre isole di Venezia, eppure ha un fascino singolare, non per questo meno bella o gioviale.
Lo skyline, lontano dalla perfezione, trasuda di un austero ed indomito carattere.
Lo si evince dalla sua poca predisposizione al turismo e all'accoglienza di viaggiatori "diversi". I numerosi ponti di cui è arricchita l'isola non hanno scivoli o punti in cui è possibile raggirarli. Per "attraversare la strada" è necessario chiamare un battellino (il 4.1 o il 4.2) e fare la spola avanti-indietro. Sono gratuiti sia chiaro, ma alzano notevolmente il numero di traghetti che si è costretti a prendere per l'escursione della giornata...
Mia madre sostiene che a Murano ci son stato da bambino. A onor del vero non ho dei ricordi, nemmeno nebulosi. Ricordo di Venezia, quello sì, ma che sia stato a Murano ho i miei dubbi. Ora sono a conoscenza delle specialità di vetro e delle immense abilità dei mastri vetrai nel lavorare sfere di fuoco incandescente per creare dal nulla oggettini magici e multiformi, tuttavia non credo di averlo saputo fin da piccolo. Probabilmente mia mamma si sbaglia.
Mentre scende la sera si accendono i lampioni rosati ed ogni edificio religioso chiude i battenti. Dicono che il Duomo dei Santi Maria e Donato, e le chiese rinascimentali di San Pietro Martire e di Santa Maria degli Angeli siano colme di mosaici, ma soprattutto capolavori del Tintoretto e del Bellini.
Per quanto avremmo gradito entrare nei luoghi sacri dell'isola o in qualche laboratorio del vetro, da Murano volevamo catturare il meglio stando all'aperta.
L'aria frizzantina del crepuscolo non ci ha impedito, infatti,di passeggiare per ore su e giù da vicoli e canali, ammaliati dagli allestimenti dei negozi. Tutta merce in vetro di Murano e preziosi di nome e di fatto, fuori dalla nostra portata economica.
E' quasi completamente buio quando riprendiamo il battello 4.2 per tornare indietro verso il molo del faro. Qui l'imponente costruzione illuminata ci accoglie ai suoi piedi, e ci rendiamo conto che anche Murano ci ha conquistati. 
Di entrambe le isole conserveremo il magnifico ricordo di aver stretto la mano a due donne bellissime e molto diverse tra loro; una giovane e disinibita, che fa della spregiudicatezza la propria arma di seduzione, l'altra vissuta e un po' attempata in grado di insegnare l'amore attraverso ogni espressione rugosa del suo viso.
INFORMAZIONI PRATICHE
- Per visitare le tre isole della laguna di Venezia è possibile acquistare i biglietti online, ai botteghini o alle casse automatiche. Il prezzo varia a seconda della tariffa che si sceglie. Si va da un minimo di 7,50 ad un massimo di 20 euro al giorno a persona. Consiglio ai disabili di fare come noi e rivolgersi direttamente ai centri informazione.
- A tutti coloro che sono in carrozzina ed intendono esplorare almeno 2 isole su 3 (esclusa Venezia), mettano in preventivo di usare almeno 6 o 7 traghetti. Gli sbattimenti sono tanti ed è consigliabile avere un accompagnatore anche se il personale di bordo è molto disponibile. 
-Burano è un'isola a prova di carrozzina. Si gira molto bene, in totale sicurezza, e quasi tutti i ponticelli sono accessibili o superabili. A Murano invece bisogna seguire "un percorso" per vedere le attrazioni principali, i ponti non sono accessibili e i disabili sono costretti a usare i battelli numero 4.1 e 4.2 soltanto per attraversare i canali da un lato all'altro.
- Il traghetto da prendere da Punta Sabbioni/Treporti a Burano e da Burano a Murano è il numero 12.
- Le tratte durano dai 20 ai 30 minuti 
- Alla sera, se il rientro è previsto al porto di Punta Sabbioni, potrebbe non essere più disponibile il battellino di Treporti, quindi da qui è obbligatorio prendere un autobus che nel giro di 10 min e un cambio conduce ai parcheggi di Punta di Sabbioni.

-----> Cliccate qui per vedere tutte le foto di Burano
-----> Cliccate qui per vedere tutte le foto di Murano

Commenti