Oh matto di Corinaldo, non me la dai a bere!

Apriamo l'odierno diario di viaggio alla stessa maniera in cui lo farebbe Maria De Filippi nel programma "C'è posta per te", perchè vuol essere un post leggero, d'intrattenimento e, speriamo, curioso quel tanto che basta per invogliarvi a visitare Corinaldo, un bellissimo borgo in cima alle colline marchigiane.
Questa è la storia di Scuretto, di una casa mai finita, tante bottiglie di vino e di un figlio che...non se le bevve!
Presentando Corinaldo non si può estromettere il fatto che è un paese dove abbondano i campi, soprattutto vigneti, e che durante le belle giornate il sole picchia a fino a sera.
Le due combinazioni insieme hanno di sicuro influito negativamente sugli abitanti, che son cresciuti con la passione del vino per rigenerarsi dalla calura estiva.
A furia di bere alcolici però, si sa che la testa viene meno e l'intelletto cala, e non è colpa di nessuno se i corinaldesi da sempre appaiono troppo vivaci e brilli; Corinaldo è riconosciuto a tutti gli effetti come il "paese dei matti", con numerosi episodi ad avvalorare la tesi proprio legati ai suoi abitanti.
Tra di loro v'era il ciabattino Gaetano, soprannominato Scuretto, che più di tutti amava bere, tanto da sperperare denaro su denaro per il buon vino proveniente dalle colline.
Il figlio di Scuretto, emigrato in America in cerca di fortuna, riuscì col tempo a guadagnarsi le giuste risorse economiche per condurre una vita agiata e persino per aiutare il padre.
Ogni mese inviava una parte dei suoi soldi al vecchio ciabattino, ignaro che questi finivano puntualmente nelle casse di qualche osteria.
Mentre il figlio avrebbe voluto che Scuretto si costruisse una nuova casa, il vecchio si beveva i risparmi un bicchiere dopo l'altro. 
Insospettito dagli atteggiamenti del padre, che non gli scriveva mai e aveva mille scuse, gli chiese una prova concreta sui lavori in corso della casa.
Scuretto, corinaldese fino al midollo e quindi parecchio matto, escogitò un piano geniale: fece edificare soltanto la facciata esterna di una casa, munita di finestra e numero civico, in pieno centro.
Si fece fotografare affacciato alla finestra e spedì la foto al figlio a testimonianza della conclusione dei lavori.
Il figlio, non si dimostrò così ingenuo, e a differenza del padre non si bevve mai nulla, nemmeno quella balla, e smise di spedire i soldi.
La vicenda passa così dalla storia e continua ai giorni nostri, con la finta casa che si può ancora ammirare a metà di via Piaggia, una traversa della lunga scalinata centrale di Corinaldo, sede del magnifico Pozzo della polenta, ovviamente al civico 5.
Anche i personaggi sono reali, nessuno è frutto di fantasia, sono davvero esistiti intorno ai primi anni del XX secolo e sono diventati dei miti nel paese.

Purtroppo noi non siamo riusciti a fotografarci alla finestra, ma già farlo davanti la finta casa è stato a dir poco divertente. Una di quelle esperienze che ti fan ridere...quanto i matti! 
INFORMAZIONI PRATICHE
Abbiamo voluto descrivere Corinaldo in chiave ironica, focalizzandoci su un'unica particolare chicca che in pochi conoscono, ma il paese, votato a borgo più bello d'Italia nel 2007, conta di molti altri punti d'interesse.
Circondato da un km di mura medievali tra le più intatte e imponenti del centro Italia, che da sole costituiscono un'attrazione, va ricordato per la lunga scalinata del "pozzo della polenta", e diverse chiese medievali. 
Corinaldo, inoltre, ha dato i natali nel 1890 a Santa Maria Goretti, ed è possibile visitarne la casa e la cripta a lei dedicata nella Chiesa dell'Addolorata, a pochi metri dalla Chiesa del Suffragio.
Raccomandiamo di munirsi di bottigliette d'acqua e cappellini se si intende andare a Corinaldo in una bella giornata di sole e afa; sono rari i posti all'ombra, sebbene siano presenti davvero diverse osterie dove ristorarsi. 

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