Impressioni da Villingen-Schwenningen

Vi ricordate di Triberg? Descrivemmo questo villaggio, immerso nel pieno della Foresta Nera, in maniera cosi dettagliata e poetica da sembrare la nostra seconda casa.
Invece ci andammo nel 2015, e prima di quest'anno non l'avevamo più nemmeno sfiorato.
La Schwarzwalde è sempre stata, per noi, meta di passaggio verso le regioni a nord del Baden Wurttemberg, ma il solo fatto di doverla attraversare, ci ha convinti di essere tuttologi del luogo tanto da inserire Triberg nella sezione del blog dedicata agli itinerari. Quale? La strada degli orologi, ovviamente, anche se della suddetta non abbiam visitato null'altro.

Questo non toglie la nostra smodata passione per la Germania, grazie alla sua capacità di attrarci e tenerci legati a sé con paesaggi fiabeschi e borghi tranquilli. Indi per cui Io e Mina ci siamo guardati negli occhi pensando alla stessa cosa: prenderci qualche giorno di ferie per dedicarci seriamente alla boschiva zona degli orologi a cucù e scoprire nuovi luoghi da aggiungere alla nostra lista.
Per non passare da "niente" a "tutto" così d'improvviso e fingerci fenomeni (che non siamo!!), vi giuriamo di non aver stilato alcun programma, né di aver scritto in ordine i paesi da esplorare in base alla distanza o all'interesse...abbiamo calcolato di muoverci ad istinto, scorrazzando per tutta la Foresta Nera senza un nesso logico, facendoci trasportare esclusivamente dalle emozioni e dalla nostra voglia di fare.

La Foresta Nera, checché se ne dica, è come un microuniverso a sé stante in terra tedesca. Può piacere o non piacere, a seconda di sensazioni soggettive.
In base ad alcune esperienze personali, possiamo smentire chi la considera fredda ed anonima, ma allo stesso tempo non possiamo dar ragione a chi sostiene il contrario, ovvero che sia costituita da centri urbani allegri e frizzanti. 
Friburg lo è, è vero, comunque sta ai margini della fitta foresta, ed è una città universitaria e giovanile, mi stupirebbe se non fosse vivace!...Nel cuore della Schwarzwalde, però, vi sono anche villaggi più piccoli, pieni zeppi di chicche; ad esempio Schonach, Gengenbach, Donaueschingen, e la già citata Triberg, dove non tutte le persone sono disponibili ed ospitali. Rispettosi si, non lo neghiamo, cordiali un po' meno, soprattutto nei confronti di noi italiani (come dargli torto...)
Con ciò scegliamo di visitare Villingen-Schwenningen, votata ad essere una delle mete più belle dell'intera zona e ubicata proprio all'esatto opposto di Friburg, sul versante ovest della Foresta Nera.
Non essendo famosa come la sua dirimpettaia, quanto meno speravamo potesse essere piacevole e allegra...e invece no!

Villingen diciamo che incarna alla perfezione tutti gli stereotipi teutonici; precisione, rigore, pignoleria, e se si arriva fuori da un orario "consono", si rischia di rimanere delusi dall'eccessivo mortorio e da una sensazione di insicurezza, figlia dei tempi che stiamo affrontando. Allorché è preferibile rinviare la visita al giorno seguente.

Dalle 17.30 in avanti, infatti, in molti paesi tedeschi gli orari sono "offlimits", e poco conta se è piena estate e il sole ancora splende. I turisti cominciano ad andarsene, i negozi abbassano le serrande, e i ristoranti se dicono che hanno la cucina in procinto di chiudere sono irremovibili (dopo le 19.00 in tanti locali si può solo mangiare ciò che si è precedentemente ordinato, ma non si può più chiedere piatti nuovi).
Non parliamo, poi, dei tipi poco rassicuranti stazionati subito fuori le mura cittadine, altrimenti scambiereste le nostre impressioni negative per meri pregiudizi.
Mai avremmo immaginato che per andarcene alla fine del tour, avremmo allungato il passo e pregato affinchè non ci capitasse niente...
Esagerati? può darsi di sì, ma quando si appartiene ad una categoria "indifesa" è meglio prevenire che curare.
Intanto, siamo nel bel mezzo dell'area pedonale di Villingen e qui gironzoliamo per circa 4 ore, cercando di apprezzare quelle che sono le attrazioni principali di questa parte storica, unita solo nel nome a Schwenningen, comune dedito alle attività industriali.
A Villingen sono presenti due musei riguardanti gli orologi a cucù, dei quali bisogna conoscere gli indirizzi per tenerne traccia, altrimenti non si direbbe di stare sulla "strada degli orologi". Ricordiamo la perizia e l'orgoglio con cui mastri artigiani e commessi esibivano il loro prodotto più caratteristico su tutti i banconi, le insegne delle locande e le pareti delle abitazioni, nel primo paese visitato, e non ci sembra possibile che qui non appaia nemmeno un cucù, se non in forma stilizzata su un paio di vetrine. 

Attoniti e alquanto titubanti perlustriamo il resto del borgo, trovando raggruppate in un'unica piazza, la Munsterplatz, le maggiori bellezze architettoniche.
C'è la sede del vecchio Municipio e un'imponente chiesa di arenaria rossa.
Notiamo che le mattonelle sfumate han creato una serie di forme talmente irregolari da togliere alla facciata il senso di uniformità, e affibbiargli il simpatico aspetto di un edificio "videoludico", progettato al pc da uno sviluppatore alle prime armi poichè si possono ben distinguere i pixel e la textura sgranata!
In barba al detto popolare: scherza con i fanti, ma lascia stare i santi, ammetto di aver esagerato con il paragone, ma è persino un chiaro segnale che dobbiamo volgere lo sguardo altrove, magari alla vicina Munsterbrunnen, una fontana tutta in bronzo, ornata sul serio da ritratti scherzosi dei personaggi che han contribuito alla crescita di Villingen e dai quali sgorga acqua con getti casuali ed inusuali. 
Alcune scenette hanno del grottesco, altroché, ma è tutto sommato una meraviglia, ed è la chicca che aspettavamo per risollevare un borgo che non abbiamo mai percepito dentro di noi, nelle vene e nell'anima.
Rapidamente balziamo da una parte all'altra della città con l'angoscia di essere degli intrusi, sperduti e solitari, e andiamo a "toccare" i quattro punti cardinali ai vari ingressi. 
A rappresentare il Nord, il Sud, l'Ovest e l'Est, ci sono quattro torri che fungono da porte d'accesso interrompendo la cinta muraria medioevale, e svettano possenti verso il cielo ognuna sormontata da orologi di diverso colore.
Son bellissime anch'esse e, tra l'altro, molto ben conservate, eppure più le osserviamo e più ci sorge il dubbio di aver visto torri simili...lontani da Villingen.
Eureka! Abbiamo già visto "queste torri" a Rothenburg ob der Tauber, nella Baviera, lungo un secondo itinerario; la strada romantica!
Che buffa coincidenza, anche se non fa altro che aumentare il disagio di trovarsi nel posto sbagliato, al momento sbagliato, o meglio, di trovarsi in un luogo poco inerente a quello che in realtà si vorrebbe vedere.

Amareggiati scappiamo da Villingen con la consapevolezza di non poterci conservare alcun buon ricordo, ma pensando già a quando e se offrirle una seconda possibilità. 

Può succedere che una città non riesca a conquistare il cuore nonostante il suo potenziale, perciò non si deve essere ipocriti, e noi non lo siamo. 
Non per forza dobbiamo decantare i posti, spacciandoli come idilliaci solo perchè "ci siamo stati noi". Se un posto non va, non va, dovesse trattarsi pure dei giardini dell'Eden.
Villingen è carina, a misura d'uomo e regala architetture molto interessanti, ma tra noi non è scattata la scintilla. 

Speriamo ci attendano ore più liete...cucù...via alla prossima tappa!

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