Pieterburen, l'ospedale delle foche

Ripetiamo spesso che, alle sorprese in cui ci si imbatte durante gli on the road, bisogna approcciarsi con serietà e soprattutto con la voglia di scoprire "qualcosa di nuovo" lontano dal nostro quotidiano.
Poi può succedere che le chicche siano divertenti o curiose e che allora meritino d'essere ricordate in modo simpatico, ma non è questo il caso.
Quando ci siamo trovati davanti lo Zeehondencentrum, una sorta d'ospedale per le foche, credeteci non abbiamo sorriso, anzi, ci siamo giocati il cuore sapendo che da quel posto ne saremmo usciti diversi; come persone e blogger.

E' nostra presunzione, ora, provare a trasmettervi anche soltanto lo 0,001% delle sensazioni da noi provate, attraverso una descrizione fatta di immagini e parole.

Lo Zeehondencentrum, dicevamo, funge da ospedale e centro riabilitativo per foche malate, e spiaggiate lungo la costa settentrionale dei Paesi Bassi, in una zona che va ben oltre i pascoli della Frisia, le pale dei mulini e le piste ciclabili. 
Qui, a Nord di Groningen, si trova Pieterburen, uno dei tanti villaggi bagnati dalle acque dei canali dell'artificioso mar Wadden e grazie al quale assumono forme geometriche incredibili.
L'uomo ha imparato a governare il mare, sfruttandolo a proprio vantaggio, fino ad ottenere risultati sorprendenti e crudeli allo stesso tempo; strade pulite, campi sempre fertili, idilliache casette monofamiliari, e purtroppo, persino dolcissimi mammiferi arenati, intrappolati nelle reti da pesca oppure rimasti orfani.
COSA SUCCEDE ALLE FOCHE AVVISTATE?
Le piccole foche vengono tenute sotto controllo per qualche giorno dagli animalisti che ne determinano i veri bisogni. Se mostrano segnali di epidemie virali e batteriche o ferite, c'è dunque la necessità di un trasporto immediato al centro dove cominciano un ciclo di cure.

ARRIVO NEL CENTRO
Mentre varchiamo l'ingresso dell'ospedale veniamo sopraffatti da un'ondata di tenerezza mista ad un'incresciosa preoccupazione, temendo un'ambiente pesante. Invece, ci ritroviamo in un'edificio abbastanza semplice composto da una sala d'attesa allestita con pannelli illustrativi e televisori che mostrano a noi e a tutti i turisti i dati e i procedimenti di salvataggio, prima di passare in rassegna le 3 aree principali; sale operatorie, "stanze riservate" e vasche esterne, per ammirare il meticoloso lavoro di un'equipe medica, volontaria e professionale, che si occupa in toto delle giovani degenti. 
Paradossalmente la sala operatoria è la stanza più tranquilla dell'ospedale. Le foche vengono medicate, senza battere ciglio, ed è possibile dar loro supporto dietro pareti di vetro.
Le nostre piccole amiche sono infelici, ma nulla è paragonabile all'espressione dipinta sul musetto delle foche costrette a nuotare nelle "stanze riservate". 
Da sole o tutt'al più suddivise in coppie, stanno in quarantena poichè potenzialmente infette da batteri e pericolose per gli altri esemplari.
Una volta svolte le analisi e i vari accertamenti, vengono nutrite con pasta di pesce e monitorate tutto il giorno per tanti giorni. Man mano che le foche migliorano in salute e non sono più contagiose, vengono spostate nelle vasche più grandi insieme a quelle lesionate in via di guarigione.
Le vasche sono coperte e isolate eppure i versi di dolore che emettono è straziante. 
Le sentiamo lamentarsi in continui atti di sofferenza, tra una breve nuotata e un pasto d'aringa.

Un nodo ci stringe lo stomaco e veder di persona situazioni spiacevoli è davvero triste, ma aiuta a crescere, sia che si tratti di persone...o animali. 
Usciamo fuori dalle quattro mura con l'intento di prenderci una boccata d'aria, e restiamo stupefatti nell'osservare una vastissima area adibita a parco con annesse vasche ancor più grandi piene zeppe di foche vivaci e affamate. 
E' talmente incredibile e bello che non sembra lo stesso posto! 
Apprendiamo si tratta delle piscine, ovvero gli spazi in cui le foche compiono gli ultimi esercizi riabilitativi in attesa che scadano i 3 mesi di ricovero e possano essere rilasciate di nuovo libere nel mare.
Le foche hanno un buffo sorriso. Già si pregustano il momento che verrà, o magari siamo noi suggestionati dal desiderio di vederle felici e contente.
STORIA, INFO E DONAZIONI
E' a partire dal 1971 che l'animalista Lenie 't Hart inizia ad assistere foche sofferenti nel giardino della sua abitazione, adattandolo ad ambulatorio improvvisato. Col tempo la sua opera si espande e si trasforma in una bellissima realtà, che oggi è riconosciuta a livello globale per la salvaguardia di foche intossicate dall'inquinamento, imbrigliate nelle reti da pesca con il rischio escoriazioni ed infezioni parassitarie, e disperse a causa delle forti correnti marine. 

In quasi 50 anni di attività il centro ha ospitato circa 50.000 foche, curate e nutrite da una squadra di 150 volontari provenienti da ogni parte del mondo, compresa l'Italia. Veterinari, laureandi e riabilitatori specializzati, trascorrono mesi nell'ospedale, prima di tornare a casa e sostenere da lontano la ricerca. 
Si campa esclusivamente di gesti umanitari e autofinanziamenti, e questo fa molto onore alla struttura. Nessuna sovvenzione o finanziamento statale arriva in aiuto, perciò tutti i progressi sono dovuti all'amore delle persone per l'ambiente e gli animali. Fortunatamente si contano più di 45.000 donatori a distanza e oltre 50.000 visitatori che, acquistando biglietti (dai 5 agli 8 euro), gadget, e adottando addirittura una foca, provvedono a coprire le spese del centro, stimate intorno ad una cifra importante di 2 milioni e mezzo di euro annuali, dai 3 ai 5000 euro per singola cura
Per ulteriori informazioni rivolgersi al sito: https://www.zeehondencentrum.nl/

ASPETTATE...
Non è nella nostra indole imporre la lettura del nostro blog. Ci limitiamo a raccontare i nostri viaggi e le nostre passioni nella speranza di emozionarvi e poter darvi dei suggerimenti utili. Stavolta, però, chiediamo a tutti coloro che leggeranno di commentare questo post, trattandosi di un argomento molto importante che ci ha colpiti profondamente e, se possibile, di condividere l'articolo.
Sarebbe un'immensa soddisfazione per noi contribuire a far conoscere ancor di più quest'autentica "fabbrica del benessere" delle nostre amiche fochine!

-----> Cliccate qui se volete vedere tutte le foto dell'ospedale delle foche

Commenti

  1. Dev'essere stato straziante vedere questi animaletti in difficoltà, ma contemporaneamente un sollievo vedere le foche che, ormai guarite, si preparavano ad essere rimesse in libertà. È bello vedere un'associazione che si occupa con così tanta attenzione di questi animali

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    1. Ciao Vale! grazie per aver lasciato il tuo pensiero.
      Si, il centro come già detto è molto accogliente, per non far pesare le varie situazioni, però sentire i lamenti delle piccoline è un colpo al cuore. Con le ferite che fatiche a rimarginarsi "piangono".
      Abbiamo preferito non scattare alcuna foto della sala operatoria perchè c'era troppa gente accalcata, e alcuni che sorridevano...una mancanza di rispetto in piena regola... nelle piscine all'aperto, invece, tanta tante fochine con il sorriso!! I volontari uscivano con i secchielli di cibo e queste sbucavano fuori dall'acqua in trepidazione!! :D

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    2. Avevo visto le foto su Instagram e ho pensato che fosse lo stesso posto che avevo visitato con i miei anni fa, da ragazzina, ma non è lo stesso anche se era sempre in Olanda. Comunque è impossibile non commuoversi davanti alla sofferenza di questi animali, e il coraggio e la determinazione delle persone che lavorano per aiutarlo è encomiabile.

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  2. Confortante comunque sapere che ancora esista nobiltà d'animo ed amore verso il nostro pianeta e tutti i suoi abitanti...Bravi ragazzi!

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    1. Grazie Angelo!! il personale su cui il centro può contare è di primissimo livello, chiaramente con competenze scientifiche e mediche... ma anche un semplice turista/donatore può far la differenza. C'è tanto bisogno di rispetto e amore in questo mondo.

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