Alla ricerca delle Panchine Giganti

Appena una nostra conoscente ha postato su facebook una foto su che la ritraeva seduta su di un'enorme panchina, mi sono subito chiesto quale programma avesse utilizzato per creare un simile effetto, convito davvero fosse un'illusione ottica.
Invece, con mia grande stupore, ho scoperto che tale panchina era di siffatte dimensioni perchè apparteneva, anzi appartiene, ad un progetto artistico, ideato in Piemonte, che prevede davvero lo sviluppo di panchine giganti da parte degli artigiani locali e la loro affannosa ricerca, su tutto il territorio, da parte dei curiosi avventori.

Così, con un giorno e mezzo a disposizione anche noi non ci siam lasciati sfuggire questa ghiotta opportunità e dopo circa 200 km d'auto approdiamo nella regione delle Langhe e Roero, trovandoci subito di fronte ad una di esse.

Vi ricordate quella sensazione che si prova fin da bambini di non "arrivarci alle cose"? Io è da tutta la vita che ci convivo. Non ci arrivo ai banconi, non arrivo ai muretti e non arrivo a scrutare l'orizzonte se non in braccio a qualcuno. 
Ora, al cospetto di una panchina che gigante lo è sul serio, non importa se sono minuscolo e non ci arrivo a toccarla, perchè stavolta persino Mina lo è, e sorrido a tutto il suo imbarazzo nel tentare di salirci "arrampicandosi", tipo i bimbi sulle sedie per adulti.
Ma in fondo era proprio questo l'obiettivo di Chris Bangle, il designer americano che insieme alla moglie Catherine ha dato il via alla lavorazione di codesti pezzi d'arredamento smisurati; far rivivere l'infanzia in tutte le sue fasi. Dai primi passi, all'ingegno che si impara ad affinare per raggiungere gli spazi più grandi, al saper restare a bocca aperta nell'osservare il mondo per la prima volta da una nuova prospettiva. 

Bangle si innamorò delle colline piemontesi tanto da trasferire casa e studio nel cuneese, e cominciare le istallazioni delle panchine giganti vicino casa, nella borgata Gorrea di Clavesana, per impressionare i vicini ed offrire alle persone un luogo libero dover poter riflettere, giocare con la fantasia e allo stesso godere di incredibili paesaggi.
L'evolversi del progetto e la conseguente moltiplicazione delle panchine è stata una bella fortuna, soprattutto per quei paesi semi sconosciuti, compresi tra le Langhe e le Alpi, che nel giro di 8 anni han incrementato il turismo, grazie a chi ha cominciato a dar la caccia a tutte le panchine, oggi salite vertiginosamente di numero fin a sfiorare le 47 unità! 

Secondo Bangle: "Le panchine sono fatte per rilassarsi. A differenza di una sedia o di una poltrona sono larghe abbastanza da accogliere uno o più amici. Sedersi su una panchina è un gesto sociale piacevole, e fare buon uso di tutta l'energia positiva che le Panchine Giganti emanano è la visione alla base del Big Bench Community Project".

In effetti sulle panchine giganti ci si sta comodamente in 5 o più, anche in pose bizzarre; seduti a gambe distese, sdraiati, in piedi, a testa in giù in contemplazione di vigneti e monti innevati, ma la teoria che servano come punto di aggregazione è ormai rischiosa a causa delle controversie tra chi vorrebbe usufruirle per scopi troppo futili e chi le vorrebbe libere per un solo attimo fuori dall'ordinario e poter scattare foto originali. 

Noi patteggiamo in favore della seconda categoria, forse a torto, forse perchè siamo una coppia, e non avendole sempre a disposizione sotto casa vorremmo trovarle sgombre da impiccioni per conservare ricordo che sia soltanto nostro. 
Possa trattarsi di una bella esperienza da bambini o uno scatto alle sole panchine in tutto il loro variopinto splendore. 

Ogni panchina, infatti, viene colorata secondo i dettami della natura e della campagna che ne suggeriscono le sfumature attraverso trattori, grappoli d'uva, ortaggi ed erbe particolari. 

Ce ne sono di rosse, blu, dorate, verdi, bianche, fucsia, gialle. L'importante è che siano tutte diverse l'una dall'altra. Cosa non facile considerata la ripetitività dei colori, ma se ad esempio due panche, a distanza di km, vogliono essere entrambe rosse, queste dovranno differire nella tonalità, oppure avere la stessa per la parte della seduta, ma le "gambe" di un altro colore...

Bangle ha chiesto specificatamente ai volontari di non chiedere fondi pubblici e di collocare le panchine in zone accessibili a tutti, senza tuttavia rinunciare alla bellezza di un punto panoramico, ed ecco spiegato il motivo per cui la maggior parte di esse si trovano su terrazze, ed immerse in vigneti privati, lontane dalla strada principale da cui è impossibile intravederle. 

Suddetta regola permetteteci di criticarla, non sapendo cosa significa "accessibile a tutti" o cosa intendano le persone usando questa espressione, dato che esistono portatori d'handicap per i quali è vietata la visione di tante panchine, essendo su sentieri sconnessi, pieni di barriere architettoniche. 
Noi stessi, che di solito non ci ferma nessuno, ci siamo arresi nella ricerca di certe panchine, esattamente a Clavesana, il paese a capo dell'iniziativa. 
Siamo comunque riusciti a fotografarne 7 nell'arco di trentasei ore; direi un risultato più che soddisfacente, nonostante la vastità del territorio richieda un tour minimo di 4-5 giorni.

Ma quali panchine abbiamo scovato noi? E dove?

1) CLAVESANA
Scegliendo Clavesana come punto di partenza pensavamo già di trovare ben 2 panchine giganti, ma non avevamo preventivato l'inaccessibilità dei luoghi, che di fatto ci hanno impedito di raggiungerle entrambe, la ROSSA e la BLU, ubicate in mezzo a dei vigneti.
Il paese è suddiviso in svariate borgate, ovvero frazioni, più o meno vicine, per tanto lasciamo l'auto in un modesto parcheggio nella frazione de Lo Sbaranzo e proseguiamo in sella alla nostra TagaBike. A dir la verità dal parcheggio torniamo indietro di una decina di metri, in prossimità della Cantina Gallo, ove una freccia blu ci segnala il percorso per raggiungere la panchina dello stesso colore. Ci affacciamo da bordo strada, e notiamo un sentiero disperdersi in filari di vigne, ma della panchina nemmeno l'ombra. Ci sono scalini e terreni argillosi impossibili da superare con una carrozzina, e onestamente non me la sentivo di farmi portare in braccio da Mina per chissà quanto tempo. Passiamo quindi oltre, a malincuore, ritornando sui nostri passi fino a superare il parcheggio dalla parte opposta di un centinaio di metri, all'imbocco della strada in discesa verso la frazione Gorrea
Ci aspetta un agglomerato di casupole, fra le quali quella dell'ideatore Chris Bangle, multicolore e accogliente, e a dispetto della panchina rossa che avremmo dovuto stanare sempre immersa nei vigneti, ci limitiamo ad immortalare una panchina gigante di un bel FUCSIA sgargiante. E' l'ex panchina di Santa Rosalia d'Alba rimasta li, a sorpresa, per essere ridipinta in attesa di una nuova collocazione. 
Scoraggiati a metà a causa dell'impossibilità di camminare sui sentieri di collina, decidiamo di lasciare Clavesana nella speranza di andare verso panchine alla nostra portata.

2) PALAZZETTO
Con la macchina ci spostiamo di qualche km. Siamo ancora nel circondario di Clavesana, ma nella frazione Palazzetto.
Incredibilmente una mastodontica panchina GIALLA è subito lì, in un punto panoramico vicinissimo all'unico parcheggio disponibile. 
Ci sbizzarriamo a scattare foto, mentre i raggi obliqui del sole riflettono la tiepida luce del tramonto, prima di sparire del tutto dietro il Monviso e le altre montagne.  
Siamo da soli quando scoccano le 18.30. Purtroppo abbiamo perso troppo tempo ad escogitare escamotage per avvicinare le prime due panchine che adesso non sappiamo se tornare a casa, o fermarci a dormire da qualche parte e l'indomani proseguire nella caccia.
Ci connettiamo a Booking augurandoci di poter prenotare una sistemazione non molto distante e la prima opzione é: agriturismo Il Palazzetto
L'edificio confinante al parcheggio e la panchina gialla!!  
Attraversiamo lo spiazzo e chiediamo al volo una camera, che è disponibile con la possibilità di cenare a menù fisso e prodotti locali. Una vera bontà!

Ci svegliamo di buon mattino approfittando di una ricca colazione a base di dolci fatti in casa e salumi per metterci in forza e riprendere il tour.

3) PIOZZO
Saliamo più su in vista del rientro, ma restiamo momentaneamente in provincia di Cuneo, a Piozzo, un comune di 1000 abitanti che fa dei giardini dell'Alba Rosa il suo punto di forza e della Festa della Zucca l'appuntamento più importante. Ed è dopo una pedalata di 5 minuti dal centro che scorgiamo il parchetto pieno di attrezzi e percorsi giocosi per bambini, nel quale campeggia in posizione privilegiata la panchina gigante... di che colore? ARANCIONE naturalmente.
4) FOSSANO
Cercare la panchina gigante di Fossano è stata, in senso letterale, una piacevole passeggiata. 
Partiti dal parcheggio delle poste di Via Garibaldi, percorriamo la lunga via S.Michele fino a raggiungere l'omonima chiesetta deviando leggermente verso destra, all'altezza del cartello "Sentiero dell'anima" nella zona Boschetti
Una ripida discesa ci conduce in un'oasi di pace, con vista sul fiume Stura e sullo sfondo l'arco alpino. La panchina gigante AZZURRA e TURCHESE voluta fortemente da Monsignor Derio Olivero ci sta aspettando per respirare a pieni polmoni un po' di calma e serenità. 
5) MONFORTE D'ALBA
E' l'unico comune turistico a cui abbiamo dedicato un'esplorazione completa, non tanto per la bellezza della sua panchina gigante diventata dopo anni color VINACCIA, quanto per la sua antichissima e misteriosa storia.
La panchina, fra tutte, è la più esposta al pubblico trovandosi in Via Circonvallazione, nella parte alta del borgo medievale. 
6) ARGUELLO
Dunque, ricapitoliamo; una panchina fuscia, una gialla, una arancione, una azzurra, una vinaccia, ci manca una panchina VERDE, giusto?
Cerchiamola ad Arguello, paese del cuculo, non in modo irriverente, sul serio. Sembra un mini dipinto naif con una manciata di case, la chiesetta degli Angeli Custodi dentro la piazza e un rialzino ove vi è adagiata la panchina gigante di un bel verde acido!
Stremati dai continui saliscendi tra gli stretti tornanti delle colline delle Langhe e del Monferrato, e dal continuo montare e smontare la tagabike in ogni posto che ci fermiamo, optiamo per la visita di un ultimo paese, ad 80 km da casa...

7) GATTINARA
Meglio conosciuta per il suo vino DOCG, Gattinara non poteva che rappresentare il gran finale della caccia alle panchine giganti.
Partendo dalla zona sud del centro abitato, in via Gorizia, Piazzale Martiri delle Foibe, imbocchiamo via Monte Bianco per ritrovarci alle pendici di un'aspra salita; via Alla Torre che Mina affronta spingendo la bici.
Dopo mezzora di cammino, l'immensa fatica ci vien ripagata dalla stupenda terrazza nella quale svetta la Torre delle Castelle, simbolo di Gattinara, con annessa la chiesetta intitolata alla Madonna degli Angeli e da un panorama mozzafiato che si estende dalla città ai vigneti, scrutabile sopra la panchina gigante color ROSSO MAGENTA
Ci fermiamo un po' più del dovuto per rilassarci e meditare prima di scendere a rotta di collo da quella che nel senso inverso è stata una dura salita.
In 5 minuti siamo alla macchina, felici e contenti della stupenda giornata appena conclusa, e che c'ha fruttato un sacco di panchine risollevandoci dallo sconforto precedente.

Per il progetto in continua espansione, che pare voglia sconfinare in Liguria e Lombardia, noi siam pronti a scovare tante altre panchine giganti con la sua solita audacia che ci contraddistingue. Il carisma dei Viandanti Magici.

E voi che aspettate a cercarle insieme a noi?

-----> Cliccate qui per vedere tutte le foto delle panchine giganti  

Commenti

  1. Un progetto nato vicino a casa mia, mi fa sentire molto orgogliosa - nemmeno lo avessi inventato io ;) Però ammetto che non sapevo ce ne fossero tante! Buona settimana ��

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    1. Ma fai bene ad esserne orgogliosa, lo sarei anche io! Se hai manualità puoi creare una panchina gigante anche te e poi registrarla ufficialmente contattando Chris e la comunità! È una bella iniziativa che spero tocchi altre regioni, per valorizzare i piccoli paesi.. 😊 buona settimana!

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  2. Già viste su instgram, ma letto il tutto e' un progetto che mi piace ancora di più. Ovviamente i paesini saranno grati a vita per l'opportunità di incrementare il turismo. Bellissima idea! Davvero bisogna esserne orgogliosi.
    Ma la cosa che m e' piaciuta di più e' l'intenzione... Far vedere la realtà con gli occhi di un bambino o , comunque, da una nuova prospettiva. In effetti non ci avevo pensato .
    Ripeto. Bellissima iniziativa.

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    1. Commento pubblicato correttamente! L'intenzione è davvero molto nobile, poi è chiaro che l'arte non sempre è ben compresa, e c'è chi se ne approfitta o tratta queste panchine allo stesso modo in cui tratta quelle del parchetto sotto casa. Le imbrattano con scritte e scarabocchi. Il progetto è in continua espansione e chiunque abbia l'abilità artigianale può costruire una panchina gigante da iscrivere ufficialmente all'albo. Non so cosa aspetti la Lombardia a collaborare.... (fino ce n'è solo una in provincia di Bergamo)

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