Ciclabile E2: l'anello dei Colli Euganei


Ci prendiamo una pausa dalle solite ciclopedonali da completare a tutti i costi, per organizzare un'uscita in stile ciclovacanza, ovvero "UsiamoLaBiciMaFermiamociSeQualcosaCiAttira" trascurando i km.
Il risultato ottenuto? Uno straordinario tour sui dolci pendii dei Colli Euganei di soli 25 km percorsi, (a fronte di un giro ad anello che in teoria ne prevederebbe 64), che ci ha permesso di pedalare immersi nella natura a due passi da borghi pittoreschi, castelli misteriosi e ville d'epoca...il tutto a misura di bici special!

Scegliamo come punto di partenza il parcheggio pubblico del centro commerciale Aliper, nella cittadina d'Abano Terme e da li pedalare verso Montegrotto Terme. L'inesperienza totale suppongo ci abbia fatto sbagliare direzione visto che ci ritroviamo a ridosso di strade (poco) trafficate, marciapiedi (grazie a Dio) molto più che pedonali, ma zero piste ciclabili. 
Senza nemmeno accorgercene raggiungiamo comunque Montegrotto, e qui ci resta impossibile non sostare alla magica Butterfly Arc, il tempio che spalanca le sue porte su di mondo ultraterreno, popolato da fate, elfi, folletti e troll. 
Tre ore di visita, sapientemente documentate in questo post (Butterfly Arc....), sono fin troppo poche, ma nonostante la giornata sia ancora lunga non vogliamo si concluda dopo soli 3 km!

Di riffa o di raffa, ci spingiamo fuori dal nucleo urbano di Montegrotto e percorrendo gli argini del canale Battaglia, seguiamo le indicazioni per Villa Draghi. La vediamo abbarbicata alle pendici del Monte Alto, ricca di dettagli neogotici di pregevole fattura.
L'ammiriamo soltanto dalla distanza, preferendo le bellezze naturali dei campi. Che paraculi! Piuttosto, diciamo, preferendo non smarrire ancora il percorso ora che l'abbiamo trovato!
Ciò che mi rende doppiamente felice è che Mina accusi meno fatica del solito. Sarà che ormai si è abituata alle nostre scorrerie sulle tre ruote o che questo tragitto offre ogni 5 km la possibilità di fermarsi, e non in punti banali, anzi, al cospetto di vedute e attrazioni mozzafiato.
Da li a poco la pista E2 segue parallela via Catajo e, come successe per la fabbrica Loacker a Sillian, ci stupisce veder l'ingresso dell'omonimo castello affacciato sulla ciclabile.
Il Castello del Catajo, di cui avevamo letto solo vaghi accenni, chissà perchè ce lo immaginavamo cupo e tetro, invece se ne sta di fronte a noi bel bello e radioso, quasi quanto il sole che non smette di picchiettarci sulla testa, e non par vero sia stato commesso, al suo interno, un brutale assassinio.
La vicenda in questione riguarda una nobildonna, tale Lucrezia Dondi dell'Orologio, già moglie di Pio Enea II degli Obizzi, ma uccisa nel 1600 da quello che consideravano un fedele cortigiano, Attilio Pavanello, assoldato a sua volta da un misterioso spasimante respinto dalla signora. 
Un'arzigogolata storia d'amore e tradimenti, quindi, culminante con un omicidio passionale. Lucrezia fu ritrovata nella sua camera da letto con la gola squarciata da un rasoio, mentre indossava una vestaglia azzurra (secondo altre fonti rosa), particolare importante, poiché si dice che il suo fantasma, costituito da un'esile figura azzurrognola, vaghi tutt'oggi irrequieta nelle sale del Catajo.
Alcuni visitatori giurano di averla vista; chi affacciata alle finestre, chi nei corridoi silenziosi. 

In occasione di eventi speciali dedicati al mistero, viene eccezionalmente aperta una stanza che conserva la pietra del pavimento su cui Lucrezia cadde morta e lasciò, oltre che una vistosa macchia di sangue, anche una flebile impronta delle dita. 

Il fantasma di Lucrezia apparirebbe soprattutto a donne che soffrono per amore e che, in linea di massima, non sono coinvolte in relazioni stabili. A differenza di altre presenze più crudeli e spaventose, infatti, quella della nobildonna non è malvagia e consola le signorine affrante.

Circa la veridicità della pietra ci auguriamo di potervela raccontare in un prossimo resoconto, semmai organizzeremo una visita tipo Azzurrina a Montebello, al momento ci limitiamo a contemplarlo cercando di estromettere dalle foto le tanto fastidiose quanto immancabili impalcature.
Inutile dirvi il numero di ore trascorse dalla nostra partenza, ma onestamente; potevamo perderci tutte queste chicche? Non è da Viandanti Magici, suvvia!
Il sole poi è ancora alto, le ore di luce raddoppiate e non ci aspetta nessuno a casa entro sera. Condizioni perfette per restare fuori.

La pista ciclabile prosegue pianeggiante garantendoci una modesta velocità sull'asfalto ben tenuto, soprattutto in prossimità dei centri abitati. Velocemente attraversiamo Battaglia Terme, il borgo dei barcari, famoso per il secolare legame con l'acqua.  
Sicuramente conterà di un centro storico diverso da quel che mostra affacciato al canale, resta il fatto che lo skyline immortalato da uno dei ponti ci ricorda gli scorci di un'isola veneziana, volando bassi chiaramente.
L'atmosfera è rilassata e tutte le barche ormeggiate ai moli è probabile appartengano al Museo della Navigazione Fluviale, una realtà unica nel suo genere in Italia, dato che raccoglie circa 3000 pezzi tra componenti di imbarcazioni, manufatti idraulici e oggetti di bordo.
I "gondolieri", invece, attendono in amicizia i primi clienti per guidarli in un tour panoramico dal canale Battaglia al castello del Catajo.
Noi tiriamo dritti con la volontà di percorrere ancora buona parte di percorso, questa volta districandoci lungo un sentiero sterrato pur di mantenere una bella postazione turistica. E in effetti a furia di indicare ogni specie animale presente sulle sponde del canale e osservare da una prospettiva niente affatto male la campagna padovana, il tempo fugge via in un baleno.
5 km e siamo a Monselice, altra piacevole cittadella murata.
Entriamo nel centro pedonale sotto un'imponente torre e d'istinto gettiamo lo sguardo sull'altipiano di fronte, dove spicca un complesso medievale. E' il Mastio Federiciano voluto fortemente dal "nostro" imperatore Federico II di Svevia nel 1239 per lo scontro decisivo con il marchese guelfo Azzo VII d'Este, ma non è l'unico punto di interesse a Monselice. Il borgo possiede tante altre attrattive, sorprendenti e del tutto inaspettate; la passeggiata delle sette chiese, castello Ciani, Villa Nani-Mocenigo... Tutti posti che purtroppo ci dovranno aspettare ad un prossimo giro poiché si è fatto tardi e il sorriso del sole sta pian piano spegnendosi dietro le colline.
Si conclude cosi il nostro ennesimo tour ciclabile. Sta volta anomalo, imbastito sull'improvvisazione e non sui programmi, magari con il problema di aver visto i luoghi in maniera sommaria, ma con l'onore di averli scoperti in loco, sprovvisti di wikipedia, guide e agenti di viaggio. In attesa del bis, come sempre.      

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