Balbido et Rango, i colori del Trentino


Quando viaggiamo entriamo in una dimensione così estemporanea da riuscire a perdere la percezione delle ore e il più delle volte creiamo legami empatici con persone del tutto sconosciute.
Crediamo che questa sensazione, poi, si amplifichi nel momento in cui visitiamo borghi d'altri tempi, in grado di conquistarci non soltanto per la loro bellezza, ma anche per il contesto amichevole che ci fa sentire bene, accettati dalla gente locale legata alla propria terra e trattati "normalmente" non dovendo preoccuparci di barriere e ovvietà.

Sarà per questo che adoriamo l'Alto Adige, perchè entro i suoi confini troviamo ciò di cui abbiamo bisogno. Città all'avanguardia, paesini composti da masi, aria pulita, piste ciclabili e persone composte seppur sorridenti. E non è freddezza od orgoglio, è semplicemente rispetto, noi la vediamo così, e anche se è molto probabile che in tanti preferiscano atteggiamenti caciaroni e accomodanti, pensando siano indice della solarità tipicamente italiana, per noi è cafonaggine soltanto italiota.
Ecco, dunque, spiegato il motivo per cui Balbido, frazione nel comune di Bleggio Superiore e identico a Dozza, ci ha rapiti il cuore a differenza del piccolo borgo emiliano, potendo contare sulla sua sensibilità culturale e al contempo sull'aplomb dei suoi abitanti.
Nonostante gli impegni che richieda, soprattutto per il restauro delle vecchie case addossate le une alle altre e degli innumerevoli murales, c'è sempre chi si ferma a scambiare quattro chiacchiere poichè l'educazione sta alla base dei rapporti civili.
Dentro alla splendida cornice formata dall'anfiteatro verde del gruppo delle Dolomiti è piacevole poter arrivare sprovvisti di guide ed app, perdendosi tra gli androni e le corti interni alla ricerca dei dipinti che ne impreziosiscono i muri, ben mantenuti e riverniciati come è tipico dei comuni trentini.

Ci lasciamo guidare dall'istinto e dai colori candidi, ritrovandoci davanti ad un quadro inopinabilmente infantile. Lo stiamo per fotografare quando un signore sull'età, affacciato dal balcone, ci chiede un nostro parere al riguardo, partendo dal presupposto che avessimo già visto tutti i murales, eleganti ed artistici, invece si tratta di uno dei primi.
Sinceri gli rispondiamo che a noi trasmette pace e semplicità. Avete presente quel calore famigliare sprigionato da una tavola imbandita la domenica mattina? O la semplicità di un gesto quotidiano, come l'andare a scuola, sistemare il giardino.... Proprio questo.
Il murales è stato disegnato da un ragazzo "speciale", ci svela, segno che a Balbido inserito nell'Associazione dei Paesi dipinti - Muri d'autore, l'arte è di chiunque voglia portare un messaggio d'amore e appartenenza, senza barriere di sorta, anche se (e qua non si dica che siamo noi i cattivi che esasperano le situazioni) sono effettivamente i visitatori a farne un problema, evitando di immortalare il dipinto perchè di qualità inferiore rispetto agli altri.
Col senno di poi non solo ci è piaciuto tanto quanto le opere più blasonate, ma lo pubblichiamo pure, affinchè ogni nostra lettore lo possa vedere...
Balbido non è composto da due vie parallele che basta alzare la testa per godere delle opere, è una caccia al tesoro lungo saliscendi in selciato, all'ombra di vecchi masi ove vi è intrinseca la difficile vita dei contadini d'un tempo, così dura da spingerli ad emigrare diventando molèti (arrotini), ombrelèri (ombrellai), carègheti (impagliatori di sedie) e calièri (calzolai).

Molti murales raccontano di questa vita eppure non ne avvertiamo il senso d'angoscia della serie "O Dio, capitano tutte a noi", piuttosto abbiamo il presentimento d'esser di fronte a pitture orgogliose di diffondere storie di coraggio e umiltà, intraprese da uomini e mestieranti.
Nella parte bassa di Balbido, invece, i murales cambiano voce, evocando giochi e tradizioni popolari e leggende sulle streghe, ospiti sgradite all'interno della Val Marcia.
E' decisamente il nostro campo, dato che tutto il mondo, secondo noi, poggia su basi fatate ed esoteriche fin dai tempi della sua Creazione, mentre la politica, spesso utilizzata dai radicalchicchisti nella urban-art di altri borghi, è un escamotage umano atto solo ad odiarsi legalmente con un qualche motivo...
Il colore è l'esclusiva di un'arte che ci parla direttamente allo spirito e sboccia come un fiore dalle mille tonalità.

Risaliamo il borgo perlustrando ogni angolo nella speranza di non aver mancano alcun dipinto, passando attraverso giardini e viottole private, ma prima di lasciare il paese, a pochi metri dalla nostra macchina, scorgiamo un cartello "Rango, iscritto al circuito dei Borghi più belli d'Italia".
Perchè non visitarlo?
A distanza di 500 metri si apre di fronte a noi un nuovo gioiello d'architettura dei contadini di montagna.
Avvolto da un'aura quasi sacrale il borgo regala antiche dimore condite dal silenzio che subito capiamo di dover rispettare.

Al pugno di case che formano il centro storico vi accediamo tramite una splendida bifora rinascimentale, abbellita da una meridiana e perfettamente coniugata ai vecchi masi che ancora ci fan rivivere i placidi sapori di annate ormai passate.
E' un intreccio di edifici rurali ben mantenuti, tutti addossati su sé stessi che ad occhio e croce sembrano ospitare più famiglie sotto un unico tetto.
Ogni "appartamento" è privato, quindi precluso a visite, a meno che i portoni non siano aperti e quatti quatti vi possiamo spiare gli interni. Notiamo i cortili, che qui chiamano portec, e delle aie coperte, collegate (o separate) tra loro dai pont, piccoli ponticelli.
Se possibile, questo paesino colpisce Mina ancor più di Balbido. Si diverte a spingermi dentro ogni anfratto alla ricerca di quei meravigliosi scorci che ama fotografare.
Mentre camminiamo lentamente sotto i cunicoli e i passaggi a volta che servivano a ripararsi dalle intemperie, diventiamo una cosa sola con l'atmosfera ovattata del luogo, trasformandoci un po' in bambini attratti dal buio "proibito" e un po' in personaggi fantasy in stile Signore degli Anelli; viandanti di nome e di fatto in cerca di un buco in cui riposare le stanche membra.
Scivola di qua, abbassa la testa di là e si sbuca in spiazzi all'apparenza sempre nuovi, dove fontane e abbeveratoi sono un must e tutt'intorno rastrelliere in legno esibiscono pannocchie di granturco lasciate ad essiccare.
Vogliamo concludere il resoconto della nostra esperienza a Balbido e Rango, dicendo che ci siamo perdutamente innamorati. Lo affermiamo senza ipocrisia o pregiudizi nei confronti di quei borghi che purtroppo non sentiamo affini.
Il Trentino Alto Adige per noi è magico, ovunque e comunque, e ogni volta che lo stiam per lasciare, non vediamo già l'ora di ritornarci.


Commenti

  1. 1) sono d accordissimo sulla questione della educazione e dei rapporti umani. Anche noi incontriamo persone che, chissà come, in pochi gg o settimane ti lasciano il segno. Sarà che in vacanza sei piu libero...più propenso...nn so. Abbiamo conosciuto persone ( anche per poche ore) che ricorderemo tutta la vita

    2) il murales speciale e' davvero speciale. Non solo perché e' stato creato da un ragazzo con difficoltà..ma anche perché credo che la cosa piu difficile al mondo sia emozionare la gente...e se voi vi siete soffermati allora ce l ha fatta. Non e' facile trasmettere serenità e quotidianità. Tutti bravi a emozionarsi con Giotto!

    3) sto posto e' davvero figo😂

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