Ci avete seguiti fino a qui nel nostro tour lungo la "Strada degli Orologi"? Vi abbiamo portato a Triberg, minuscolo villaggio immerso nella Foresta Nera ed emblema degli orologi a cucù, Villingen, cittadina gradevole e "strana" allo stesso tempo, e Donaueschingen, borgo della leggendaria fonte del Danubio.
Adesso è arrivato il momento di spaziare un po', ricamando intorno a queste chicche un'ambiente che esuli dallo stesso panorama, magari con una bella visita su un lago cristallino e più adatto al riposo che alle scarpinate.
Ecco perchè siamo in fibrillazione all'idea di buttarci tra le braccia della città termale Titisee-Neustadt, un'oasi purtroppo turistica, però assai rilassante nella quale si può indulgere nelle ghiottonerie della buona tavola, in brevi pedalate all'ombra di alberi secolari, o bagni sulfurei e di sole.
Per un bel pezzo attraversiamo ancora ettari di Schwarzwald, con il rimpianto di non tenere in auto la nostra attuale TagaBike e non poter quindi percorrere i ben oltre 350 km di piste ciclabili di cui la "Strada degli Orologi" è composta, anche se il verde intorno ci fa sentire bene. Siamo un tutt'uno con la natura.
Gli alti abeti ci proteggono e ci accompagnano alla cittadina, finchè la foresta assume più le sembianze di una nobile radura, pulita ed ordinata dalla quale spicca una chiesa, e una fiumana di persone in villeggiatura.
Dal parcheggio pubblico, di cui non ricordiamo nemmeno il nome a causa della troppa euforia, percorriamo nemmeno 100 metri che si para dinnanzi a noi il primo di "3000" ristoranti con annesso un parco giochi e un campo da minigolf, tanto caro a noi da quando abbiamo scoperto la gioia di sfidarci in quel di Durbuy.
Scegliendo non di giocare, bensì di pranzare, ne approfittiamo per seguire qualche tiro fatto da ragazzini appassionati davanti un piatto italiano (la cucina nostrana non la batte nessuno) e una tabella mentale priva di programmi.
E' un immenso piacere, infatti, smaltire il cibo accumulato nel generico centro pedonale di Neustadt, tra i numerosissimi negozi di souvenir e i bistrot che, come se non avessimo già mangiato abbastanza, cercano in tutti i modi di attirarci con le delizie locali tipo prosciutti affumicati e fette di Schawrzwalder Kirschtorte.
Ogni tanto, cosi giusto per ricordarci di essere comunque in un villaggio della Strada degli Orologi, compare qualche bottega artigianale piena zeppa di cucù di tutte le forme.
E potevamo noi non comprarne almeno uno? cerrrto che no, perciò calcoliamo una mezzora di impasse davanti un'intera parete di pendoli in legno, indecisi se comprare quello con gli uccellini, piuttosto che quello con Heidi e Nebbia. Sono tutti quanti carucci!! Però ad essere sinceri bisognerebbe vendere un rene al mercato nero per permettersi i cucù grandi, quindi almeno nella scelta delle dimensioni io e Mina andiamo d'accordo e le opzioni si restringono.
Fortuna che il lago non scappa, altrimenti "ciaopep"!.. sapete che bello andare in un paese sul lago e non vederlo nemmeno il lago?.. No dai, finora non ci è mai successa una cosa simile, ma mai dire mai. Anche perchè il Titisee nasconde una leggenda, ed è pane per i nostri denti amanti dei gusti particolari.
La Tradizione narra che nel punto esatto in cui ora si può ammirare il lago, un tempo sorgeva un'opulenta città costituita da un monastero e case di uomini talmente ricchi da concedersi il lusso di sperperare il denaro e sprecare il pane come fosse suola per scarpe. Alla lunga questa condotta di vita non poteva più essere tollerata dal Divino, che scatenò una violenta tempesta la cui pioggia sommerse la città, facendola sprofondare nelle acque profonde a guisa d'un lago. Curiose dicerie sostengono
che se si naviga sul Titisee nelle mattinate tranquille, si possa udire il suono di campane provenire dai fondali.
Non sapremmo consigliarvi il periodo adatto per verificare queste voci poichè il posto è davvero troppo affollato. Lo è in settimana, figuriamoci nei weekend. Forse ci si potrebbe ritornare durante più rigidi mesi invernali, ma l'acqua ghiaccia e il lago si trasforma in una gigantesca pista di pattinaggio, con una coltre ghiacciata spessa 16 cm. Dubitiamo, quindi, si riescano a sentire delle campane!!
Ci sediamo a terra, dribblando gli sguardi dei migliaia di turisti e aspettiamo che persino le minacciose nubi vengano risucchiate dal buio della Schwarzwald, stavolta senza preoccuparci di cosa fare dopo.
-----> Cliccate qui se volete vedere tutte le foto di Titisee-Neustadt
Adesso è arrivato il momento di spaziare un po', ricamando intorno a queste chicche un'ambiente che esuli dallo stesso panorama, magari con una bella visita su un lago cristallino e più adatto al riposo che alle scarpinate.
Ecco perchè siamo in fibrillazione all'idea di buttarci tra le braccia della città termale Titisee-Neustadt, un'oasi purtroppo turistica, però assai rilassante nella quale si può indulgere nelle ghiottonerie della buona tavola, in brevi pedalate all'ombra di alberi secolari, o bagni sulfurei e di sole.
Per un bel pezzo attraversiamo ancora ettari di Schwarzwald, con il rimpianto di non tenere in auto la nostra attuale TagaBike e non poter quindi percorrere i ben oltre 350 km di piste ciclabili di cui la "Strada degli Orologi" è composta, anche se il verde intorno ci fa sentire bene. Siamo un tutt'uno con la natura.
Gli alti abeti ci proteggono e ci accompagnano alla cittadina, finchè la foresta assume più le sembianze di una nobile radura, pulita ed ordinata dalla quale spicca una chiesa, e una fiumana di persone in villeggiatura.
Dal parcheggio pubblico, di cui non ricordiamo nemmeno il nome a causa della troppa euforia, percorriamo nemmeno 100 metri che si para dinnanzi a noi il primo di "3000" ristoranti con annesso un parco giochi e un campo da minigolf, tanto caro a noi da quando abbiamo scoperto la gioia di sfidarci in quel di Durbuy.
Scegliendo non di giocare, bensì di pranzare, ne approfittiamo per seguire qualche tiro fatto da ragazzini appassionati davanti un piatto italiano (la cucina nostrana non la batte nessuno) e una tabella mentale priva di programmi.
E' un immenso piacere, infatti, smaltire il cibo accumulato nel generico centro pedonale di Neustadt, tra i numerosissimi negozi di souvenir e i bistrot che, come se non avessimo già mangiato abbastanza, cercano in tutti i modi di attirarci con le delizie locali tipo prosciutti affumicati e fette di Schawrzwalder Kirschtorte.
Ogni tanto, cosi giusto per ricordarci di essere comunque in un villaggio della Strada degli Orologi, compare qualche bottega artigianale piena zeppa di cucù di tutte le forme.
E potevamo noi non comprarne almeno uno? cerrrto che no, perciò calcoliamo una mezzora di impasse davanti un'intera parete di pendoli in legno, indecisi se comprare quello con gli uccellini, piuttosto che quello con Heidi e Nebbia. Sono tutti quanti carucci!! Però ad essere sinceri bisognerebbe vendere un rene al mercato nero per permettersi i cucù grandi, quindi almeno nella scelta delle dimensioni io e Mina andiamo d'accordo e le opzioni si restringono.
Fortuna che il lago non scappa, altrimenti "ciaopep"!.. sapete che bello andare in un paese sul lago e non vederlo nemmeno il lago?.. No dai, finora non ci è mai successa una cosa simile, ma mai dire mai. Anche perchè il Titisee nasconde una leggenda, ed è pane per i nostri denti amanti dei gusti particolari.
La Tradizione narra che nel punto esatto in cui ora si può ammirare il lago, un tempo sorgeva un'opulenta città costituita da un monastero e case di uomini talmente ricchi da concedersi il lusso di sperperare il denaro e sprecare il pane come fosse suola per scarpe. Alla lunga questa condotta di vita non poteva più essere tollerata dal Divino, che scatenò una violenta tempesta la cui pioggia sommerse la città, facendola sprofondare nelle acque profonde a guisa d'un lago. Curiose dicerie sostengono
che se si naviga sul Titisee nelle mattinate tranquille, si possa udire il suono di campane provenire dai fondali.
Non sapremmo consigliarvi il periodo adatto per verificare queste voci poichè il posto è davvero troppo affollato. Lo è in settimana, figuriamoci nei weekend. Forse ci si potrebbe ritornare durante più rigidi mesi invernali, ma l'acqua ghiaccia e il lago si trasforma in una gigantesca pista di pattinaggio, con una coltre ghiacciata spessa 16 cm. Dubitiamo, quindi, si riescano a sentire delle campane!!
Ci sediamo a terra, dribblando gli sguardi dei migliaia di turisti e aspettiamo che persino le minacciose nubi vengano risucchiate dal buio della Schwarzwald, stavolta senza preoccuparci di cosa fare dopo.
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