La Forza della Danimarca!


"Questa è la mia vita ed io ci credo fino in fondo, navigo tra i fiordi e non affondo.
Questa è la mia vita e come un drakkar tra le onde, alzo la mia spada contro il mondo!"

Dei semplici versi musicali molto spesso si possono trasformare in mantra se ripetuti all'infinito, nei momenti di sconforto per impedirsi di affondare nelle perigliose acque dell'esistenza.

Così non esito a rispondere appena odo il richiamo dei corni da guerra provenienti da Nord, e preso per mano da Heimdallr parto con Mina inseguendo il vento boreale, dentro ambientazioni ammalianti, superfici che si muovono, mari che si incontrano, fiabe che diventano realtà, ciclabili che invitano all'incedere lento, armi che scintillano e navi vichinghe che si incrociano per un'irrinunciabile momento di vita.

Approdiamo in Danimarca, la nazione più meridionale della Scandinavia. Una destinazione che ci sorprende ad ogni curva, una meta da visitare con calma, ma anche da esplorare d'istinto, scegliendo le tappe secondo i gusti personali e la vasta conoscenza della mitologia norrena.

Il Bifrost collega qualunque posto; dal più piccolo villaggio, alla più grande città, ma soltanto chi è degno può attraversarlo con il permesso di abbandonare la grossolana visione della materialità, in cambio di una più sottile, completa e spirituale.

In un baleno si passa da Copenhagen, la ridente capitale bike friendly d'Europa, ad Odense, città natale del famoso cantastorie H.C. Andersen. Da Ribe, il borgo più antico della Danimarca a Skagen, il punto più settentrionale della penisola, con i suoi mari azzurri, poetici, selvaggi, e venti tanto gagliardi da abbracciare banchi di sabbia ed innalzarli a dune, ingoiando fari e case.

Alle 23.00 il sole ancora deve tramontare, regalando gli ultimi scampoli di luce.
A conti fatti qui si dorme davvero poco, a volte la stanchezza si fa sentire e i paesaggi impervi non garantiscono accessibilità a tutti, ma è un prezzo irrisorio da pagare per l'onore di essere nella Terra degli Dei.

TOUR ON THE ROAD
Il nostro viaggio in Danimarca è durato 9 giorni circa, con l'utilizzo rigoroso della macchina e, nel caso di Copenhagen, della bicicletta. 9 giorni sono un arco di tempo ragionevole per visitare un Paese non molto esteso, soprattutto se l'itinerario vien programmato sulla base di un tema ben preciso, optando per luoghi sui generis, meglio se ignoti, rinunciando invece a centri blasonati ma "poco inerenti" e quindi inseribili in un secondo viaggio. Perchè diciamoci la verità: Chi va in Danimarca ci lascia il cuore e non vede l'ora di ritornarci.
In alternativa, se siete favorevoli al tutto e subito senza prendere in considerazione un ritorno, calcolate almeno 15 gg di "vacanza"...

Dopo due soste intermedie in Germania, con in mano i nostri appunti intitolati "le rune e l'acciaio" abbiamo raggiunto Ribe, e da qui siamo saliti fino all'estremità Nord. Dalla cima dello Jutland, la regione forse più selvaggia della Danimarca, siamo scesi lentamente effettuando un giro in senso orario in cerca di rarità vichinghe e città imperdibili come Odense, nell'isola di Fionia, Roskilde e Copenhagen nell'isola della Selandia.

Abbiamo percorso oltre 1000 km solo in Danimarca, toccato 12 tappe ed effettuato 2 deviazioni verso altrettante mete semi-sconosciute, per comporre uno dei viaggi più straordinari tra quelli fatti finora.
Senza un'auto propria o a noleggio è praticamente impossibile lasciarsi sorprendere dalla natura e dalla bellezze dei microscopici villaggi, per tanto vi stiliamo un elenco dei posti in cui siamo stati con le relative distanze.

  • Ribe - Bork Vikingehavn: 73 km
  • Bork Vikingehavn - Skjern: 24 km
  • Skjern - Norresundby: 176 km
  • Norresundby - Rubjerg Knude: 49 km
  • Rubjerg knude - Blokhus: 20 km
  • Blokhus - Skagen: 110 km
  • Skagen - Jelling: 295 km
  • Jelling - Roskilde: 214 km
  • Roskilde - Copenhagen: 35 km
  • Copenhagen - Helsingor: 49 km
  • Helsingor - Odense: 203 km
  • Odense - Ribe: 125 km
Da Ribe è iniziato e si è concluso il nostro lungo peregrinare danese. Insignita del premio "borgo più bello d'Europa" 2014, Ribe è la cittadina più antica della Danimarca.
Il suo dedalo di stradine lastricate colme di graziose casette in legno e botteghe storiche è l'unico posto in cui il tempo ballerino del Nord ci ha sopraffatti con pioggia e vento gelido, nonostante l'arrivo imminente dell'estate. Si può tutt'oggi assistere alla rappresentazione di una delle tradizioni più vecchie della città, e a pochi km consigliamo la visita a quel che fu un autentico porto vichingo, ora museo en plain air con abitazioni, chiese, drakkar dell'epoca vichinga sapientemente ricostruite.
Estasiati per aver già scoperto una chicca non programmata, guidiamo fino a Skjern, paesino di 8000 abitanti accorpato ad altri comuni. Si rivela un borgo senza infamia e senza lode, una giovane promessa che trasuda "danesità" da ogni angolo, sereno e tranquillo. Non si possono sovvertire questi ritmi, anche questo l'abbiamo capito subito, le persone non sono d'accordo.
Skjern nella sua normale quotidianità nasconde un disciplina prepotente. Ma chi la controlla? lo scoprirete nel nostro articolo d'approfondimento. Basti sapere che colui è riuscito a far piangere Mina!...
E' tempo di risalire la penisola, spezzando i 300 km che ci separano da Skagen, l'estrema costa a Nord dello Jutland; Sostiamo quindi a Norresundby, obbligati dall'amore che riversiamo nei confronti della storia e la millenaria cultura norrena. Il sito di Lindholm Hoje ospita, infatti, il cimitero vichingo più importante dell'intera nazione.
Calpestare il prato su cui spuntano migliaia di tumuli da una strana sensazione. Il silenzio, il profumo di terra bagnata, le pietre circolari erette come spuntoni magici, e l'anima degli eroi caduti, ti fa sentire un(o) (s)fortunato superstite. Un guerriero in piedi sopra le rovine.
Quando le nostre narici cominciano ad annusare odori di pescato è segno che ci stiamo avvicinando al porto di Skagen. Il villaggio ci conquista con i suoi colori tenuti, le casette basse dei pescatori e una pace difficilmente riscontrabile altrove.
Forse il motivo principale per cui il borgo è famoso è passeggiare lungo punta Grenen, la lingua di terra sabbiosa che divide i due mari; il mare del Nord ed il mar Baltico. Entrambi si abbracciano, cozzano l'uno contro l'altro, si amano e litigano, eppure non si mischiano mai. Tornano sempre indietro ognuno nella sua direzione.
Non troppo distante dal villaggio di Skagen vi sono altre meraviglie; architettoniche e naturali.
Difficili da avvicinare, specie per Mina a cui tocca tenermi in braccio per km e km, sfidando strade in salita, sentieri di ghiaia e spiagge incredibili. A Lonstrup, poi, il vento solleva la sabbia. Costantemente, inesorabilmente. Le dune che si sono formate, simili a quelle di un deserto africano avide di bellezze, stan pian piano divorando il Rubjerg Knude, il faro costruito nel 1900 sulle scogliere del mare del Nord. Il litorale si restringerà e la struttura cederà sprofondando fra le gelide onde. Pare entro il 2020.
E' stata una faticaccia vederlo da vicino e poterlo toccare, ma so che in pochi ci rifletteranno su.
O siamo due pazzi, o siamo due veri vichinghi!
Da questo momento iniziamo una lenta e graduale discesa verso Odense avventurandoci nella nuova isola di Fionia.
Il percorso non è lineare, nel senso che ogni 2x3 vien la forte tentazione di fermarsi un po' ovunque: Aalborg, Aarhus, Middelfart...Purtroppo il tempo è tiranno ed è uno il filo conduttore che lega il viaggio, non possiamo spezzarlo. A malincuore tralasciamo le città moderne, preferendo una particolare Jelling.
A molti questo nome non rievocherà nulla, ma fidatevi che Jelling non ha bisogno di presentazioni, anzi, è attraverso i suoi musei, i suoi manufatti e le sue rare pietre che presenta a noi, umili viandanti, la vera storia della Danimarca.
Da Odense, essendo la seconda città in ordine d'importanza, ci aspettavamo qualcosa di più. Nonostante l'anima antica non ha molto da offrire, secondo noi, a parte una rete ciclabile fuori dall'ordinario e una fissa per H.C Andersen, lo scrittore di fiabe a cui la cittadina deve la sua fama.
Consacrata ad Odino è senza dubbio una meta adatta alle famiglie con dei bimbi, non molto agli spiriti indomiti che preferiscono volare diretti verso la capitale.
L'idea che ci si fa di ogni capitale è un guazzabuglio di razze, stili, mal di testa dovuti al traffico e allo smog, invece Copenhagen, non mostra nulla di tutto ciò. Copenhagen sorprende, affascina e diverte. Siamo certi si tratti di una capitale? Si, ma è la più felice del mondo.
A differenza delle megalopoli arricchite da quartieri spesso rischiosi o che fanno numero, Copenhagen è tutto un enorme centro che si estende per km. Non c'è spazio per isolarsi e non c'è motivo per annoiarsi. E' una città da vivere appieno con i suoi mood signorili, reali, spendaccioni e hippie. Le strade abbondano tanto di negozi quanto musei, senza scordare canali, grandi parchi e castelli dal fascino unico.
Il miglior mezzo per esplorarla? la bicicletta.
Copenhagen sembra progettata esclusivamente per i ciclisti di tutte le età e al suo interno si conta un numero più elevato di bici che di automobili.
In maniera ecosostenibile ammiriamo le principali attrazioni pedalando con disinvoltura da una zona all'altra. E non vi dico quanto tempo si risparmia!
Tempo che può essere sfruttato in altre attività, come un bel giro in bici di 10 km cogliendo l'occasione di scoprire l'immenso parco Dyrehave in compagnia di cervi e cerbiatti, o una scampagnata ad Helsingor, ove si staglia il castello dell'Amleto di Shakespeare commuovendosi di fronte alla viste delle vicinissime coste svedesi.
Naturalmente un itinerario focalizzato sui vichinghi non poteva concludersi con una tappa "sdolcinata", per tanto decidiamo di visitare Roskilde prima del rientro a Ribe.
La via dello shopping, la Cattedrale patrimonio dell'umanità, gli edifici medievali, sono una misera parte delle magnificenze disseminate in città.
Assolutamente imperdibile è il Museo delle Navi Vichinghe, nato per esporre e preservare i resti di cinque vere navi vichinghe, fatte affondare di proposito intorno all'anno 1000 per formare una barriera atta ad impedire le incursioni dei pirati norvegesi.
La mostra non è soltanto una rassegna di reperti storici, ma è una fortissima iniezione d'adrenalina che scuote e rinvigorisce.
Noi che osserviamo le navi, sognando scorribande e lotte a colpi di ferro, sono l'ultimo ricordo che stringiamo in petto prima di salutare definitivamente il Paese caro agli Dei.


Commenti

  1. No ma il castello di Amleto????? 😍
    Ok i vichinghi . Ci piacciono... Ma il castello di amletoooo???😍

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    1. Non si possono mettere a confronto...in Danimarca è tutto stupendo!

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  2. Come sempre anticonformisti: sempre affascinanti i vostri itinerari...

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