Brema forza 14!


Continua il nostro eterno girovagare alla ricerca del Grande Nord. Ma vogliamo arrivarci in auto da soli, in base a determinate condizioni che prevedono i giusti tempi e il giusto supporto del nostro cuore.
Quest'anno il sentimento ci ha spinti in Danimarca. Non prima, non oltre.

Perciò, a due anni esatti dalla nostra visita a Brema sulle tracce dei musicanti, approdiamo nuovamente nel capoluogo anseatico scelta in qualità di sosta per smezzare i tanti km che separano Milano e Ribe. 
A dire il vero siamo stati costretti ad un discreta deviazione, consapevoli di non poterle proibire una seconda possibilità dato che, la prima volta, l'abbiamo vista sommariamente con pinne e boccaglio!

Il giorno si preannuncia intenso per via delle troppe bellezze dimenticate e da scoprire assolutamente, e fin dal primo giro di pedali, (ormai non ci muoviamo più senza TagaBike), capiamo quanto Brema sia meravigliosa. Senza pioggia anche la città si spoglia d'ogni sorta di tristezza, mostrando un volto decisamente più elegante e gioviale in un perfetto mix tra cultura e tempo libero.
Essendo la stessa immutata città di due anni fa, è inutile riproporre posti già descritti in precedenza, fossero anche i quattro mitici musicanti, piuttosto sarebbe meglio dedicarsi alle curiosità, (il nostro pane), poiché Brema è ricchissima di aneddoti e leggende che si intrecciano intorno a personaggi veri e immaginari, edifici storici e monumenti idealistici
Siamo certi vi lasceranno a bocca aperta.

- 1. SIA LODATO FRATEL SOLE
Innanzitutto è il caso di fare una premessa: non siamo stati noi quelli sfortunati a beccare la pioggia tempo fa, ma è staticamente provato che Brema sia il paese più piovoso della Germania del Nord. Il sole è un miraggio per gli abitanti che ci vivono, figuriamoci per i turisti/viaggiatori che ci vanno una tantum. Questa volta da buoni Viandanti Magici, abbiano incanalato tutte le nostre energie in una preghiera e voilà, Fratel Sole è apparso a noi come un dono del Creato e ci ha scortati per tutta la giornata...
Grazie al sole i palazzi splendon raggianti in tutti i loro criptici intarsi, piccoli e grandi, avvolti dall'aura signorile degli inconfondibili stili; un po' barocchi e un po' fiamminghi.
- 2. IL CAVALIERE ROLAND
A sovrastare il fiume di gente che indaffarata corre qua e là nella Marktplatz ci pensa la statua del Cavaliere Roland. Costruito nel 1404 proprio di fronte al Municipio, 600 anni dopo gli esperti dell'UNESCO lo dichiarano il monumento più rappresentativo fra tutti i Roland eretti in Germania, dall'alto dei suoi 10 metri. Lo osserviamo con attenzione mentre ci sorride timidamente, ma la spada è già pronta a fendere l'aria. Non ci si faccia ingannare dal suo sguardo bonario; Roland è un simbolo di giustizia che non disdegna il pregiudizio quando serve. e non a caso non scolla gli occhi dal Duomo, l'allora sede dell'Arcivescovato, una delle autorità che ostacolarono l'indipendenza di Brema.
Gli abitanti lo stimano come paladino del diritto e salvatore del libero pensiero.
Di esso ci colpisce il motto inciso sullo scudo, e la cancellata, non tanto costruita a protezione sua, quanto al bassorilievo scolpito ai suoi piedi, uno storpio-mendicante che figura in un'altra storia, quella della poco nota contessa Emma Von Lesum.
- 3. LO STORPIO MENDICANTE
Per essere una donna altolocata, la contessa Emma Von Lesum era considerata la più benevole e pia delle signore. Era sposata con suo cognato, tal duca Benno di Sassonia, il quale si fece nominare unico erede, prima della dipartita della moglie.
Emma però, non riuscendo a restare immune alle lamentele dei cittadini che a gran voce reclamavano spazi verdi per la città, decise di donare uno dei suoi immensi pascoli alla comunità, tanto grande quanto la superficie che un uomo fosse riuscito a ricoprire correndo nell'arco di un'ora.
Il duca preoccupato anche per una minima perdita della sua eredità, subdolamente propose alla donna di ampliare il tempo prorogandolo di un giorno, a patto però di scegliere personalmente il corridore.
Fra tutti i candidati alla sfida optò per un mendicante paralizzato nelle gambe, sicuro non avrebbe percorso nemmeno un metro senza aiuto.
Non potendo venir meno alla promessa, la contessa almeno pregò per lo sventurato uomo, benedicendolo sul capo. Al fatidico giorno, non ci fu nessun miracolo, ma lo storpio anzichè correre strisciò il proprio corpo lungo il pascolo senza fermarsi, manco per riposare. I cittadini, dapprima delusi, lo videro gattonare circondando un'area che era molto più ampia di quanto chiunque si fosse aspettato e lo acclamarono da eroe! Quella zona divenne finalmente proprietà comunale chiamata Burgerweide. Nel XIX sec. venne poi ampliato nell'odierno Burgerpark e lo storpio onorato ai piedi del Roland.
- 4. BECK'S AM MARKT
Vi sta già fumando il cervello dopo soltanto 3 chicche? Bisogna assimilare bene le informazioni, è giusto, concediamoci una pausa.
Che ne dite di sederci tutti insieme dietro la statua di Roland? C'è un'ottima birreria che fa pure da ristorante. Si possono ordinare sia piatti caldi che freddi, spuntini o semplicemente bibite rinfrescanti, a patto che siano...birre Beck's! La struttura fa parte del tour alcoolico che ci guiderà alla fabbrica Beck's e alle degustazioni naturalmente made in Bremen!
- 5. NORDSEE
Avverto, e Mina lo sa bene, che mi basta mezza lattina di birra per diventare "allegrotto"! Forse io è meglio che aspetti poco distante, in via Sogestrasse, ove ha sede la Nordsee, la nota catena di fast food, nata anch'essa a Brema e specializzata in prelibatissimi prodotti a base di pesce dal lontano 1896.
L'ho conosciuta nella mia amata Ulm, ma là è una bottega non affatto paragonabile a questa; qui in confronto siamo a "CentroVetrine"!
- 6. LA SPUTACCHIERA PUBBLICA
Meritatamente rifocillati, siamo pronti a ripercorrere la Marktplatz, talmente colma di curiosità che sembra non aver mai una fine. Mentre pedaliamo lentamente intorno al Duomo dedicato a St.Petri, guardiamo per terra perchè Brema ce lo ha insegnato. Ricordate il "buco"? (Una passeggiata con i musicanti di Brema) Bene, ora in prossimità del lato settentrionale della cattedrale scorgiamo una seconda mattonella, diversa dalle altre, che attira la nostra attenzione fra milioni di frenetici piedi. Ed è ricoperta di "sgracchiate" degne di un lama delle Ande. Cioè i bremer passano e ci sputano sopra. Non è per maleducazione, sia ben chiaro, nessuno a Brema si diverte a sputare davanti al Duomo, così tanto per fare. Il motivo di questo gesto è da ricercarsi in un episodio di cronaca nera che vide protagonista Gesche Gottfried, un assassino seriale che tra il 1813 e il 1828 avvelenò 15 persone. Il 21 aprile 1831 attraverso l'ultima esecuzione pubblica Gesche venne giustiziato nel punto esatto in cui ora risalta la pietra, e oggi la gente ricordando quell'individuo ci sputa sopra colmi di disgusto.

- 7. CI SONO UN CANE, UN GATTO, UN GALLO...E LE OSSA DI ASINO.
Siamo sinceri, le fiabe più significative dei Grimm non sono mai state scritte a casaccio. Nessun ingrediente è stato aggiunto alla rinfusa, bensì cercando di dare un senso logico alla "trama" e ai personaggi in relazione ai luoghi scelti per la narrazione. A volte i due fratelli han dovuto setacciare villaggi distanti centinaia di km pur di riesumarne i segreti più reconditi e scrivere una fiaba completa, come ci spiega Biancaneve (le macabre verità di Biancaneve).
Credete quindi che i quattro musicanti siano animali di pura invenzione catapultati in una città random? Certo che no. Anche per questa fiaba locale sono stati utilizzati dati storici, o quasi, con un fondo di verità.
Il Cane ed il Gallo si possono ammirare su diversi bassorilievi della Rathaus, di sicuro impossibili da trovare tutti, ma uno di sicuro non vi sfuggirà. Si trova sulla sinistra all'altezza della seconda arcata. e risale al 1612. Entrambi vengono considerati animali chiassosi e fedeli, e a uguale maniera lo è il gatto, felino astuto e indipendente, ma che all'occorrenza sa come rompere le balle. Il Gatto è presente in tante statue negli stretti vicoli della Bottcherstrasse.
E l'Asino? dell'Asino, dicevamo nel precedente articolo su Brema, non si sa granché, eppure delle ossa riconducibili a questa specie sono state riportate alla luce durante degli scavi...
- 8. BOTTCHERSTRASSE
Imboccare la vecchia strada dei bottai non significa scandagliare un quartiere di Brema, bensì immergersi totalmente in un mondo a parte, chiuso in sé stesso in mezzo ad edifici in laterizio e arenaria rossa, e lungo poco più di 100 metri. La breve metratura è ampia quel tanto che basta per ospitare musei, sofisticati negozi d'artigianato, cafè di classe, sotto l'occhio vigile di sculture e teste di pietra e bronzo di personaggi importanti. Uno su tutti il signor Ludwig Roselius (1874-1943), il ricco acquirente ed inventore del caffè HAG che non soltanto se ne intendeva d'affari, ma dimostrò d'amare a tal punto l'arte da voler acquistare lo stabile più chic della strada per adibirlo ad ufficio amministrativo della sua compagnia. Dopo la prima guerra mondiale, dal 1922 in poi, Roselius comprò, demolì e ristrutturò altri edifici della Bottcherstrasse proponendo in essi la sua visione del mondo seguendo la cultura della Bassa Sassonia. Nel 1928 aprì un museo d'arte, la Roselius Haus.
- 9. ATLANTIS AND ROBINSON CRUSOE HAUS
Facciamo un piccolo balzo in avanti, di alcune decine di metri, e ci affacciamo all'uscita posteriore della Bottechstrasse, prima di dedicarci alle minuzie contenute ancora in essa.
Alle spalle di un'arteria trafficata e limitrofa al centro storico si stagliano due case anseatiche pressoché identiche, una delle quali chiamata Atlantis Haus.
L'edificio fu progettato da Roselius in collaborazione con lo scultore Bernhard Hoetger, per ospitare un istituto per lo studio approfondito del mito di Atlantide, la terra fantastica (?) sommersa dal mare. Roselius volle fortemente questa dimora e ne finanziò lo sviluppo convinto si potessero dare delle risposte concrete alla leggenda, confermando la totale germanizzazione dell'isola che a questo punto decreterebbe i tedeschi la più antica razza sulla Terra. 
Accanto all'Atlantis Haus si erge la Robinson Crusoe Haus, e subito ci si domanda cosa centri il beniamino dell'omonimo romanzo di Daniel Dafoe con Brema.
Difficile pensarlo, ma si ritiene che Robinson fosse figlio di un mercante della città, all'anagrafe Kreuznaer, che tradusse il proprio cognome in Crusoe appena emigrò a York, nel nord dell'Inghilterra. Lo spiega Dafoe nelle prime righe del bestseller.
La casa, quindi, è un tributo al famoso avventuriero.
- 11. E' NATA PRIMA BREMA O LA GALLINA?
Ritorniamo nel bel mezzo della Bottechstrasse e come Ivan Drago guardava esterrefatto lo spettacolo scenografico organizzato da Apollo Creed nel film Rocky IV, pure noi guizziamo da una parte all'altra della via immortalando monumenti non stop.
Ci stupisce quanto la Bottechstrasse sia piena di stranezze e particolarità. L'abitato, adesso diventato ufficio turistico, è una vera miniera di preziosi.
A cominciare dalla gallina in pietra, apparentemente inutile o fuori luogo, ma altro non è che un omaggio all'animale fondatore della città!
Avete letto bene! Tradizione vuole che dietro la nascita di Brema ci sia...una gallina!
Ciò che si tramanda è la fuga di un pescatore che, inseguito da alcuni banditi attraverso il fiume Weser, trovò rifugio in una terra allora disabitata, dove soltanto una gallina e i suoi pulcini risiedevano. Si dice che se una gallina trova un buon riparo per sé e i suoi piccoli significa che è di sicuro un posto felice e prospero. Il pescatore ne fu entusiasta e definì la futura Brema "paradiso della libertà".
Ovvio che per la storia la città ha diverse origini, più antiche, tuttavia la bocca dei bremer non smette di raccontare la versione popolare e per tutti è diventata l'unica accettabile.
- 12. CAMPANE E MARTELLO
Macchè noi non facciamo propaganda politica.....In favore di questi per giunta? figuriamoci! E' che non sappiamo da quanto tempo stiamo girovagando per la città, se non fosse per una dolce melodia, non più lunga di una manciata di minuti, che ci fa intendere siano trascorse almeno 6 o 7 ore dal nostro arrivo e insieme alziamo la testa per capire la provenienza del suono. Sopra al medesimo edificio dell'ufficio del turismo è esposto un grandioso carillon composto da 30 campane che ad orari prestabiliti suona dei mini jingle. Il carillon se ne sta steso a mo' di amaca, fra due frontoni, dal 1934 e la sua rarità sta nel materiale delle campane, la porcellana, che viene scossa da un martelletto di plastica emettendo un suono diverso per ogni campana.
I toni echeggiano morbidi e ben sostenuti, merito della leggerezza della porcellana, e ad oggi le campane sono state sostituite soltanto 3 volte! La giunta comunale, nel 2009 ha deciso di convertire l'input manuale ad una tecnica digitale, forse meno spettacolare, ma precisa come un orologio svizzero.
- 13. LA PIGRIZIA RENDE INTELLIGENTI 
Nello stesso anfratto, l'Handwerkerhof, in cui trovammo il tubo d'acqua con l'antica scultura dei musicanti di Brema in posa di marcia, non specificammo che il tubo stava attaccato a sua volta ad un altro monumento. Una fontana formata da una parete in arenaria rossa scolpita con le effigi di 7 ometti dormienti. 
Appartengono all'ennesima leggenda locale, non databile, riguardante un misero contadino a cui madre natura donò 7 figli. Purtroppo nessuno di loro era avvezzo al lavoro, ma contando che di lavoro ce n'era effettivamente poco, non avevano tutte le colpe, ciononostante per la gente erano gli individui più pigri del paese.
I 7 abbandonarono Brema e ci ritornarono dopo anni pieni di esperienze e idee. Si cimentarono in un sacco di lavori nuovi, a cominciare dalla proprietà paterna su cui costruirono una casa, una strada, un sistema d'irrigazione ed una diga per prevenire le esondazioni del Weser. Per i bremer, però, che conoscevano soltanto il duro lavoro dei campi, continuando a vedere la loro scarsa predisposizione a sporcarsi le mani nella terra. i ragazzi restarono bollati come pigri.
- 14. POLLICINI
Stanchi anche noi, inforchiamo la bici e facciamo rientro nella centralissima Markplatz. Un altro giro di pesce? No, con il caldo che fa è meglio gustarsi una buona granita, e se una cosa maledettamente semplice da trovare all'estero, sono le gelaterie.
Sono 3 i quartieri che abbiamo battuto per dar la caccia alle leggende, ma non è detto che non ne esistano altre altrove... sarà una buona scusa per ritornare e perlustrare zone finora inesplorate, magari in periferia. Tanto se qualcosa d'importante c'è, non correremo il rischio di perderci. Basterà seguire le borchiette sul selciato e ci ritroveremo di nuovo sotto il Duomo.
E voi, cari lettori, conoscevate qualcuna di queste curiosità? Ne avete altre da suggerirci?
Ditelo a noi...fatelo per Bremen!


Commenti

  1. Ma pensa te la questione dello sputo!!!!! Hanno memoria storica i Bremer 👍 proooooprio come noi 😐

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    1. Non è che noi non abbiamo memoria... è che ci ricordiamo solo quel che ci fa comodo o ci inculcano i media!

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